Qualcuno l’ha già ribattezzata la lista frigorifero. Nel senso che, a guardarla, sembra proprio un frigo. Uno di quelli di metallo, cosparsi di calamite. Solo che al posto dei magneti, souvenir di viaggi mozzafiato, qui ci sono 17 piccoli loghi, simboli di altrettanti partitini e micro movimenti. Al centro campeggia, tutta maiuscola, la parola “LIBERTA’”. Tutto intorno c’è qualunque cosa: euroscettici (con l’Italexit orfana di Paragone, e il movimento Uscita dell’ex grillino Marcello De Vito), no vax (con il movimento Vita dell’ex 5 stelle Sara Cunial), animalisti ed ex leghisti, una folta rappresentanza che spazia dal partito popolare del nord dell’ex ministro Roberto Castelli al popolo veneto dell’ex senatore putiniano Vito Comencini fino al Grande Nord. Tra gli ultimi ad aggiungersi il Popolo della famiglia di Mario Adinolfi, i civici in movimento dell’ex sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi e Sovranità, sigletta fondata da alcuni fuori usciti dal movimento di Gianni Alemanno. L’unico simbolo leggermente più grande è quello di Sud chiama Nord, il movimento di Cateno De Luca, l’ideatore di questo pazzo fronte della libertà. Ieri all’hotel Nazionale lui se la sghignazzava: “Sono l’uomo delle imprese impossibili, è ovvio che puntiamo ad andare bel oltre il 4 per cento”. Il fratellone Adinolfi lo rincuorava: “Siamo noi il vero Terzo polo!”. Con loro c’era ovviamente anche la fida Laura Castelli, l’ex ministra grillina diventata braccio destro di Scateno che presenta la sua come una battaglia contro l’“oligarchia della casta che, attraverso la raccolta firme, continua a innalzare gli sbarramenti anche solo per partecipare alle elezioni”.