Nell’inchiesta sul presunto giro di corruzioni e favori che ha portato all’arresto di Maurizio Croce, in qualità di dirigente della struttura commissariale contro il dissesto idrogeologico, una perizia ha già dimostrato che i lavori nel torrente Cataratti-Bisconte non sono stati fatti a regola d’arte. Lo scrive Riccardo Lo Verso su Live Sicilia. Si tratta del cantiere che ha dato avvio all’inchiesta e su cui Croce avrebbe dovuto vigilare.
Invece l’obiettivo dell’imprenditore Giuseppe Capizzi era ottimizzare il guadagno. E così ha deciso di costruire una paratia per il letto del torrente piantando 291 pali in meno rispetto ai 5.161 necessari. In questa maniera Capizzi (poi diventato sindaco di Maletto) avrebbe risparmiato, e dunque incassato, un milione e 200 mila euro, grazie ai quali avrebbe potuto elargire le regalie a Croce. Dall’inchiesta, scrive inoltre Lo Verso, emergono pagamenti successivi alla campagna elettorale di Croce che non è riuscito a diventare sindaco di Messina. Capizzi ha raccontato che Francesco Vazzana, ex direttore di Arpa Sicilia e grande amico di Croce, gli avrebbe chiesto una mano. Dopo la sconfitta elettorale “ci hanno abbandonato tutti e abbiamo un sacco di debiti”. “Vabbè vi aiuto io e faccio fare questi bonifici”, disse Capizzi. E arrivarono poco più di trenta mila euro attraverso dei bonifici eseguiti da imprenditori vicini di Capizzi.