Lunedì, interno notte. Per uno zerovirgola il centrosinistra ha appena vinto le elezioni in Sardegna. Partono a batteria le dichiarazioni di giubilo nel Pd. “Viva l’alleanza con i 5 stelle. È la strada giusta. Con Conte come nel 2019”. Vibra il telefonino di Dario Franceschini, che ha appena twittato ed è a casa davanti alla TV. Lui è il papà (e la mamma) del governo Conte II. Messaggio: ma con i Cinque stelle ammazzate i riformisti, gli dicono. E lui: “C’è posto per tutti”. Sì, bisogna vedere dove…

“All’obitorio della nostra università c’era un cadavere, un cadavere a cui erano stati amputati tutti e quattro gli arti, ed ecco che improvvisamente questa mattina ha aperto gli occhi e ha cominciato a muoversi! Era morto, ma ha aperto gli occhi e ha cercato di alzarsi!”, diceva un terrorizzato professor Grimes nella scena madre del film “La notte dei morti viventi”, versione del 1968. Ed è all’incirca la stessa scena che lunedì notte devono avere vissuto Stefano Bonaccini, Lorenzo Guerini, Alessandro Alfieri e tutta la corrente riformista del Pd. Avevano già pronti dei comunicati per seppellire definitivamente il cadavere dell’alleanza con il M5s, prevedendo la sconfitta della grillina Alessandra Todde. Alfieri lo aveva persino preannunciato all’ex capogruppo grillino Ettore Licheri: addio campo largo. Macché. Nella notte, anzi col favore delle tenebre come direbbe Giuseppe Conte, è successo l’impensabile.

Proprio come in un b-movie americano. Davanti ai loro occhi increduli il cadavere rossogiallo ha ripreso vita e ha cercato di alzarsi. E di mozzicare, pure. Dunque da ieri notte Franceschini è tornato a parlare, Beppe Grillo a twittare in sardo (“Ajò”), Nicola Zingaretti si è rianimato su Instagram, con la luna piena, mentre quasi ripeteva il famoso adagio di “Conte riferimento fortissimo dei progressisti”. E dalla Thailandia, dove taceva da quasi un anno e mezzo, è riemerso persino Goffredo Bettini detto il precettore rossogiallo: “Naturalmente la prima protagonista di questa vittoria è stata la nostra candidata Alessandra Todde, una donna del Movimento 5 stelle, forte, intelligente e di sostanza. E che ha saputo rappresentare l’insieme dell’alleanza che ha prevalso”. Manca soltanto Massimo D’Alema. Continua su ilfoglio.it