Mentre a Catania il campo non lo hanno ancora visto (nel senso che gli etnei non hanno giocato una partita), a Palermo si concedono il lusso di cambiare già l’allenatore. E’ quanto successo ieri, dopo la pesante sconfitta di Brescia: il mangia-allenatori per Eccellenza, Maurizio Zamparini, dal suo rifugio in Veneto ha deciso che era giunta l’ora del ribaltone: via Tedino, al secondo esonero in pochi mesi, torna Stellone, il tecnico della mancata promozione in A.

Il presidente – vuoi per ragioni tecniche che lo portano a sbagliare di frequente la scelta della guida tecnica, vuoi per la creazione di un personaggio che lo costringe a rinnovare il copione per non perdere la sua esclusività – giunge così al millesimo (qui si scherza, ma si è perso davvero il conto) esonero della sua storia rosanero. Tedino, l’omaccione gentiluomo che arriva da Treviso, aveva vinto due delle ultime tre partite ma non è stato capace di divertire Zamparini e il ds Foschi. Il gioco della squadra è apparso poco brillante e non ha mai convinto. Così si ripiega su Stellone, che al termine dello scorso campionato – dopo la debacle di Frosinone nella finale playoff – aveva voltato le spalle alla proprietà, ed era stato messo in un cantuccio. Dopo quattro mesi torna in sella: è sotto contratto e faticare al campo non è poi così male.

Questi sono i fatti che “divertono”, perché in realtà a Palermo c’è anche una vicenda assai boriosa che si è chiusa oggi. Ossia quella relativa al possibile ripescaggio in Serie A. Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso della società di Viale del Fante ritenendo che “sulla controversia difetta la giurisdizione del giudice statale, non essendo l’applicazione di tali regole tecniche suscettibile di sindacato giurisdizionale”. I fatti a cui si appellava il Palermo erano quelli della sfida promozione col Frosinone. In cui alcuni ciociari, dalla panchina, si contraddistinsero per scarsissima sportività, gettando palloni in campo nella fase finale del match, provocandone così l’interruzione. Anche il fischio finale dell’arbitro arrivò con 40 secondi d’anticipo. Ma il Tar non ha sentito ragioni. Il Palermo resta in B, il Frosinone in A (dove ha già perso cinque gare su sei e segnato la bellezza di zero reti).

Infine, torniamo a Catania. Dove tutti attendono di vedere all’opera i rossazzurri, che hanno già saltato tre giornate di campionato per la nota vicenda della Serie B. Per la quale il Tribunale Federale, domani, dovrebbe decidere di confermare la formula a 19 squadre, infrangendo i sogni – oltre che dell’Elefantino – di altre cinque società (Ternana, Pro Vercelli, Entella, Siena e Novara) che reclamano un posto in cadetteria. Dove il campionato è già partito da oltre un mese, il Palermo è settimo con appena 8 punti e ha già cambiato allenatore. Ah, una postilla: in attesa di tribunali amministrativi e compagnia cantante (tutto potrebbe chiudersi il 9 ottobre con l’ultimo ricorso, quello dell’Entella) la Lega Pro ha revocato la sospensione delle partite delle squadre coinvolte nel “giallo”. Che nel weekend torneranno finalmente – e chissà, temporaneamente – in campo, anche se in Serie C. Domenica c’è Rende-Catania.