Coincidenze. Nel giorno di Piersanti Mattarella, il presidente della Regione ucciso 44 anni fa in via della Libertà, Renato Schifani – che per un gioco sfrontato del destino si ritrova a ricoprire lo stesso incarico – ha detto che “celebrare la memoria” di chi “ha combattuto la mafia attraverso scelte politiche e azioni di governo, significa onorare l’impegno per l’affermazione della trasparenza, della legalità, dell’efficienza nella pubblica amministrazione”. Parole sante. Se non fosse che nelle stesse ore Schifani e altri dichiarazionisti della sua filiera hanno isolato – linciato, stavo per dire – un consigliere che chiedeva un po’ di trasparenza su una spesa del Comune di Palermo. Mattarella aveva fatto delle “carte in regola” la sua religione di governo. Quest’altri, che pure lo commemorano, oscillano tra le “carte coperte” e il “gioco delle tre carte”.