E’ ricominciato il balletto sugli Asu, i precari storici impiegati nei Comuni e nella Pubblica amministrazione. Che la Regione, continuamente, annuncia di stabilizzare. A niente è servita l’illusione del 2021, celebrata da tutti i partiti, di maggioranza e opposizione, con la grancassa. L’articolo 36 di quella Legge di Stabilità, che apriva a un percorso di stabilizzazione, venne impugnata da Palazzo Chigi e dichiarata illegittima (lo scorso maggio) dalla Corte Costituzionale.
Purtroppo per i protagonisti dell’epoca, però, le dichiarazioni a mezzo stampa non vanno in prescrizione. E oggi ci sarebbe da vergognarsi per alcuni commenti improvvidi: in primis quello di Nello Musumeci, che parlava di una soluzione definitiva dopo 25 anni di vertenza: “Dopo un quarto di secolo – spiegava l’allora governatore – i lavoratori Asu impegnati nella Pubblica amministrazione possono finalmente trovare la necessaria serenità lavorativa. Merito di tutti, governo e parlamento, per un atto di grande responsabilità. Una tappa ulteriore, questa, sul percorso della stabilizzazione dei precari che abbiamo avviato da due anni”.
I lavoratori non hanno mai trovato alcuna stabilità e si sono portai dietro il fardello della beffa. Oggi si corre lo stesso rischio. Con le elezioni europee alle porte, l’obiettivo prioritario di maggioranza e opposizione è concedere agli Asu un paracadute credibile (la stabilizzazione a 24 ore settimanali). I deputati Marco Intravaia e Giuseppe Catania, che nella precedente legislatura non c’erano, oggi, sulla base di una norma approvata in commissione Bilancio (non hanno atteso nemmeno che si pronunciasse l’aula), già esultano: “E’ arrivato l’atteso via libera alla stabilizzazione di 3.701 Asu siciliani (due anni fa erano 4.500 ndr). Si tratta di un traguardo molto importante, previsto dall’articolo 13 della Finanziaria regionale e a beneficio di tanti precari”.
Anche la Democrazia Cristiana, che due anni fa era solo nella mente di Totò Cuffaro, rilancia la notizia (solo parziale) con giubilo: “Stiamo mettendo fine a un precariato per il quale nessun precedente governo si è mai impegnato – dice il capogruppo Pace -: prima una parte di ex Pip, adesso gli Asu. La nostra è una politica concreta che sta tentando di mettere fine alle tante vertenze lavorative presenti in Sicilia”. Persino il governo parla di impegno mantenuto: “Raggiungiamo un obiettivo che rende la nostra Regione più solida e ordinata, riconoscendo dignità e diritti a migliaia di lavoratori siciliani”, ha detto l’assessore Falcone. Mentre il vicepresidente Sammartino si fa tentare dalla frase a effetto: “Si chiude una pagina di precariato”.
Insomma, è tutto fatto e gli Asu possono dormire sereni. La commissione Bilancio ha fatto i conti senza l’oste, ma soprattutto ha dimostrato di non aver imparato nulla dal passato. C’è un tempo per la propaganda e un tempo per la verità. Questa è più difficile da raccontare. (Nel dubbio conserviamo anche queste dichiarazioni).