Un passaggio di testimone forzato. Scalare le gerarchie in questo modo non è il sogno di molti. Ma il quotidiano “La Sicilia” vive un momento difficile e bisognava intervenire. Così Antonello Piraneo raccoglie l’eredità pesante di Ciancio padre e figlio (entrambi dimissionari dopo lo scandalo che ha investito Mario) e diventa la prima firma del giornale. E’ stato nominato direttore responsabile dall’assemblea dei soci della Domenico Sanfilippo Editore. Mario Ciancio, che dal 1967 svolgeva il doppio ruolo, si fa da parte per difendersi dalle accuse anche se – specifica – “lascio a fronte alta, perché non ho commesso nessuno dei reati per cui sono accusato”.

In sella va Piraneo. Direttore quasi controvoglia, come specifica nel suo primo editoriale: “Assumere la direzione di una testata è più o meno il sogno inconfessato di qualunque giornalista (…) Ma non così, non per questo. Farlo oggi, all’improvviso e forzato bivio – si confida transitorio – di una gestione familiare che ha fatto la storia dell’editoria non solo siciliana, peraltro in un contesto di crisi generale del settore, è una responsabilità enorme”. A cui Piraneo ha scelto di non sottrarsi. E se caricarsi il macigno sulle spalle è quasi un onore, la difesa dei suoi colleghi diventa un obbligo: “Questa redazione, questa testata ha storie professionali e personali che non accettano lezioni da nessuno. Abbiamo avuto maestri che non rinneghiamo: hanno confezionato il giornale al loro tempo, un altro tempo. A noi tocca proseguire nel solco di una tradizione di credibilità che in queste stesse colonne il presidente Mattarella ci ha riconosciuto”. La Sicilia, oltre 70 anni di vita, volta pagina e cambia timoniere: “A chi ha pensato di affidare a me la responsabilità di portare avanti questo compito – conclude nel suo fondo Piraneo – non posso che esprimere gratitudine per aver assecondato negli anni la passione per questa professione e soprattutto per avermi sempre garantito indipendenza di pensiero”.