Tutte le strade portano a lui, a Gaetano Armao, all’avvocato d’affari che negli ultimi cinque anni ha gestito, con libertà e fantasia, il Bilancio della Regione. Sono strade lastricate di dubbi, di misteri, di azzardi, di scandali. Partono dalla Corte dei Conti, alla quale – manco a dirlo – i conti non tornano; e arrivano a Renato Schifani che ha richiamato Armao al suo fianco, con una consulenza di sessanta mila euro l’anno, e gli ha conferito poteri straordinari su questioni delicatissime come i fondi europei e le tutele ambientali. I giudici contabili pretendono spiegazioni oltre che sull’avventata “spalmatura” del disavanzo di oltre un miliardo nel rendiconto 2021, anche sul censimento farlocco del patrimonio immobiliare e sulle operazioni finanziarie di Sicilia Digitale. Ma Schifani, quando si tratta del suo fraternissimo amico, puntualmente non ci sente.