Vale 600 milioni, ma nessuno ha voluto assumersi la responsabilità di palesare le mance a Comuni e associazioni (almeno quelle di piccola taglia) per l’organizzazione di feste e festicciole di paese. Così, senza troppo clamore, è andato in archivio il Collegato-ter alle Finanziaria 2023, una sorta di manovra correttiva che oggi in aula ha ricevuto 32 sì e 24 no. I contributi a pioggia per il Natale (e per le altre iniziative di “promozione turistica, culturale e sociale”) saranno erogati, a seguito di appositi Avvisi, dall’assessorato al Turismo. Nella legge approvata all’Ars compare solo la lista dei comuni beneficiari. Le somme saranno individuate dagli uffici, ma non potranno non tenere conto dei desiderata già espressi dai 70 deputati.
Dopo il mega inciucio in commissione Bilancio, va registrato il mezzo passo indietro. Anche la norma salva ineleggibili è stata stralciata dal testo. Il Pd vanta di aver “tenuto un comportamento coerente, abbandonando i lavori in commissione Bilancio nel momento in cui è stato violato l’accordo raggiunto in conferenza dei capigruppo, cioè quando è stata inserita la norma scandalo salva-ineleggibili ed i finanziamenti al territorio si sono trasformati in mance elettorali, anche da poche migliaia di euro”. “Siamo tornati a discutere il testo – dice il capogruppo all’Ars, Michele Catanzaro – dopo che la norma salva-ineleggibili è stata stralciata, così come avevamo chiesto, e dopo che i finanziamenti ai territori sono stati decisi con un metodo differente, cioè attraverso provvedimenti amministrativi evitando di trasformare l’aula parlamentare in un consiglio di quartiere che vota norme da poche migliaia di euro”.
Anche questa soluzione, però, è borderline secondo i Cinque Stelle: “I tempi per consentire ai Comuni di utilizzare le somme derivanti dalle norme approvate sono troppo risicati, così rischiano di diventare carta straccia. Il governo ne prenda atto e si attrezzi per il futuro a portare le norme finanziarie in aula in tempi accettabili”. E’ stata abrogata la norma approvata lo scorso luglio che imponeva una distanza di almeno tre chilometri fra i centri abitati e le aree individuate per la realizzazione di impianti utili allo smaltimento dei rifiuti: “L’abolizione della distanza minima è inaccettabile – dice il capogruppo Antonio De Luca -. Ci siamo opposti energicamente in tutte le sedi per farla stralciare, ma gli altri partiti non hanno avuto il coraggio di prendere una posizione chiara. Si poteva modificare, l’abolizione tout court rischia di farci buttare il bambino con l’acqua sporca. Bene lo stralcio della salva ineleggibili cui siamo sempre stati contrari. Nel testo non ci dovevano essere norme ordinamentali”.
“L’aspetto certamente più “cupo” di questa manovra – scrivono i deputati di Sud chiama Nord – è rappresentato dall’operazione relativa ai 70 milioni del fondo immobiliare per riacquistare gli immobili che la Regione aveva venduto nel 2007, restando però come affittuaria. Abbiamo chiesto una valutazione accurata dei rischi associati a questa operazione e la massima trasparenza. È un’operazione molto azzardata quella portata avanti dal Governo in termini ragionieristici. Non vogliamo dire che il Presidente di allora Cuffaro ha svenduto i beni immobili e suo fratello (attuale dirigente generale del Dipartimento Finanze, ndr) oggi li ha ricomprati, ma chiedere chiarezza su ciò che ai più appare come una vera e propria “sola””.