Il governo Schifani mostra i muscoli. La Regione ha infatti deciso di investire oltre un miliardo di euro come quota di co-finanziamento per la realizzazione del Ponte sullo Stretto. L’ha comunicato Palazzo d’Orleans in una nota. La giornata tronfia di Schifani è proseguita con l’annuncio di un nuovo accordo Stato-Regione, che consente alla Sicilia di riavviare la macchina dei concorsi (per l’assunzione di 750 dipendenti) e l’accantonamento provvisorio di 70 milioni come quota di maggiore disavanzo (in cambio del riconoscimento dello Stato di una maggiore compartecipazione alla spesa sanitaria: 300 milioni arriveranno nelle casse regionali per il 2023).

Tutto bellissimo, finché la realtà non prenderà il sopravvento. E parlando di Ponte, i siciliani sono soliti aggrottare la fronte. Perché fra qualche anno – se Salvini manterrà le promesse – il problema non sarà più attraversare lo Stretto, ma giungere sani e salvi a Messina. Le autostrade siciliane sono un colabrodo, e proprio negli ultimi giorni Schifani è stato investito, per decreto, dei poteri speciali per completare i 34 cantieri aperti lungo la Palermo-Catania, che rendono quell’arteria un inferno.

Ma anche più a ovest, sulla Palermo-Messina, come conferma l’ultima tragedia di Campofelice di Roccella (con un morto), andrebbero presi seri provvedimenti per imporre al Cas di spendere in maniera oculata le risorse a disposizione, anziché in progetti di comunicazione di dubbia utilità. Anche la Siracusa-Gela, nonostante la paventata apertura del tratto fino a Ispica, è un’incompiuta storica, anche se le maggiori criticità, l’estate scorsa, hanno riguardato soprattutto la Catania-Messina, anch’essa di competenza del Consorzio autostrade. Inoltre – non è chiaro quando – dovrebbero partire pure i lavori per l’ampliamento della Ragusa-Catania (Salvini era venuto a tagliare un nastro il 22 maggio, ma è tutto fermo), mentre per la Palermo-Agrigento si è deciso di far passare i primi mesi del 2024 per capire se sussistono i margini dell’ennesima fregatura.

Insomma, se a Villa San Giovanni si arriverà col Ponte, per spostarsi a Messina occorre un miracolo. Nel frattempo, però, si vola alti: “Con questo provvedimento di apprezzamento della giunta – ha detto Schifani, parlando del Ponte – abbiamo posto le basi per imprimere un’accelerazione determinante alla costruzione di quella che sarà un’infrastruttura strategica per il futuro della Sicilia. Se dopo più di 50 anni il Ponte sullo Stretto si avvia a diventare realtà dobbiamo ringraziare, in particolare, il ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini, sempre attento alle esigenze del Mezzogiorno e della Sicilia in particolare. Con questo cofinanziamento inviamo un segnale chiaro a tutta l’Italia, per dire che il Ponte è una priorità nazionale e che la nostra regione è pronta a fare la propria parte”. L’infrastruttura costerà complessivamente 12 miliardi. La Regione, nel dettaglio, contribuirà con un miliardo di euro provenienti da risorse della nuova programmazione del Fondo sviluppo e coesione (Fsc) 2021-2027, e con ulteriori 200 milioni frutto di economie relative a risorse nazionali per il ciclo 2014-2020 non ancora spese.