Israele è in guerra, come ha dichiarato il primo ministro Benjamin Netanyahu dopo l’operazione “Alluvione al-Aqsa” lanciata da Hamas questa mattina nel sud del Paese a cui l’aviazione israeliana ha risposto in maniera massiccia nelle ore successive. Ma Israele è anche un Paese sotto shock. Lo dicono i numeri di razzi e droni (questi ultimi sono un insegnamento della guerra in Ucraina) lanciati, di località sotto assedio, di morti, feriti e ostaggi – compresi alti ufficiali israeliani – portati a Gaza, senza dimenticare l’incalcolabile quantità di infiltrati. Lo dicono i giornali locali, che denunciano il più grande fallimento dell’intelligence israeliana negli ultimi cinquant’anni. Lo dicono i paragoni che vengono fatti: c’è chi parla di 11 settembre e chi della guerra del Kippur, scoppiata 50 anni e un giorno fa, di sabato come accaduto questa volta. Probabilmente i due paragoni non si escludono a vicenda. Anzi. Continua sull’Huffington Post