L’ultima proposta è di Fratelli d’Italia: prevede l’acquisizione da parte della Regione- anche tramite le proprie società partecipate e il Fondo Pensioni- di crediti fiscali relativi ai bonus edilizi. È quanto previsto dal disegno di legge presentato alcuni mesi fa e riproposto come norma aggiuntiva alla prossima Finanziaria. “Grazie alla compensazione fiscale effettuata dalla Regione – dicono – si potrà consentire a migliaia di siciliani di procedere o proseguire alla riqualificazione energetica delle proprie abitazioni”. Nel deserto dell’Ars, tenuta al palo da una giunta che non piglia iniziativa di alcun tipo, i deputati si arrabattano. Con buona volontà e, talvolta, con estrema fantasia. Alla ripresa dei lavori, infatti, il capogruppo patriota Giorgio Assenza ha presentato una norma, in aggiunta a un disegno di legge che tratta di edilizia e urbanistica, per abbattere e ricostruire gli immobili aumentandone del 30% la cubatura e un’altra che permetterà a chi ha una casa in attesa di condono di realizzare opere al suo interno. Ci si muove lungo un confine sottilissimo, oltre il quale si corrono due rischi: legalizzare gli abusi e predisporre il terreno per una impugnativa da parte dello Stato (ed eventualmente della Consulta).
I deputati fanno e disfano perché conoscono perfettamente le regole del gioco: della “carne al fuoco” – pochina secondo Galvagno – ne finirà in aula una parte residuale, quella in grado di raccogliere, almeno in parte, una timida apertura da parte delle opposizioni. Senza contare il fatto che il destino di molte norme è legato ai litigi interni al centrodestra: “Basta campagna acquisti”, ha tuonato FdI di recente. Detto questo, continua il silenzio del governo. Schifani ha trovato il tempo per accogliere a Palazzo d’Orleans i vertici di Ryanair e mitigare il flop sul caro voli. Ma non ancora per presentarsi al cospetto del parlamento e riferire su alcune questioni dirimenti: “Emergenza incendi, accoglienza dei migranti, diritto alla salute, infrastrutture, agricoltura: sono alcuni dei principali problemi che travolgono la Sicilia – ha detto il capogruppo del Pd, Michele Catanzaro – ma non sappiamo ancora se e quando il parlamento potrà discutere di tutto questo con il presidente Schifani il quale, nonostante gli impegni presi nel corso dell’ultima conferenza dei capigruppo, non ha ancora fatto sapere se e quando sarà presente in aula”.
E quindi al parlamento non resta che dilettarsi con altre cose. Un paio di pomeriggi fa è stato esitato dall’aula un disegno di legge sulla tutela della salute degli sportivi. Mentre in commissione Bilancio – siamo ancora in una fase preliminare – è stato disposto l’aumento dello stanziamento di 5 milioni di euro (a valere sul bilancio regionale) per i lavoratori ASACOM e di un ulteriore milione di euro in favore dei lavoratori del servizio igienico personale. L’iniziativa è stata apprezzata (con riserva) dal deputato regionale dei Cinque Stelle, Nuccio Di Paola: “Chiediamo con forza che sia gli ASACOM che gli assistenti igienico personali vengano al più presto riconosciuti quali componenti effettivi della pubblica istruzione. A tal proposito ci impegniamo a normare in maniera urgente e strutturale per rendere queste importanti figure definitivamente al servizio dei nostri ragazzi con disabilità”.
Mentre da parte del governo e della maggioranza continua l’ammuina – con un occhio particolare alle nomine della sanità, da effettuare entro novembre – gli altri partiti si dilettano in alcune proposte. Il Pd, ad esempio, ha presentato un Ddl, a prima firma Nello Dipasquale, che dà la possibilità al contribuente di ottenere un rimborso parziale della tassa automobilistica versata alla Regione per un veicolo del quale non si ha più il possesso a causa di un furto o per avvenuta rottamazione. “La proposta – dice Dipasquale – è finalizzata a collegare maggiormente la tassa al suo presupposto che corrisponde alla circolazione del veicolo e non alla sua mera proprietà”. Merita menzione anche la risoluzione proposta dall’on. Adriano Varrica (M5s), accolta in commissione quarta, “contenente soluzioni per salvare i fondi destinati ai quartieri Zen, Sperone e Borgo nuovo” di Palermo. Si tratta di 58 milioni di euro. Una risoluzione, però, è ancor meno di un disegno di legge.
E’ sempre uno spasso leggere tra i comunicati dei gruppi parlamentari. Ma anche quelli del governo non scherzano. Ieri Schifani ha preso parte a due incontri: uno, da cerimoniere, a Siracusa, in occasione del vertice bilaterale fra il presidente della Repubblica Mattarella e l’omologo tedesco Steinmeier; l’altro, a Palazzo d’Orleans, con le sigle sindacali, per confrontarsi “sulle proposte in materia economica che riguarderanno la legge di stabilità 2024-26 e la valorizzazione del personale dipendente della Regione. “Nel corso di queste riunioni – ha detto Schifani – registriamo un clima sereno e proficuo, grazie anche all’impostazione che abbiamo dato alla prossima finanziaria. Da un lato c’è una chiara impronta liberale che si fa carico delle aspettative dei ceti produttivi, dall’altro un forte impegno in ambito sociale per non lasciare indietro nessuno nella fase di instabilità economica che viviamo. Il dialogo franco ma sereno è utile a rendere l’intervento della Regione nell’economia sempre più efficace e in sintonia con lo scenario dell’isola”.
Le solite parole di circostanza che fra un paio di mesi, quando la Legge di Stabilità sarà discussa per davvero, diventeranno carta straccia. Appaiono banali anche le solite raccomandazioni, come nel caso della Cisal: “La Finanziaria deve rappresentare un punto di svolta per la Sicilia e per questo ci aspettiamo che i fondi disponibili si concentrino su poche ma decisive misure, evitando i mille rivoli che non producono risultati” (figurarsi se come per magia scompariranno le mance). “E’ necessario – scrivono inoltre – aumentare le risorse per l’ammodernamento della macchina amministrativa e la valorizzazione del personale, unica strada per il rilancio della Pubblica amministrazione”. Garantendo la sottoscrizione del contratto collettivo 2019-21 (altra questione atavica). Le dichiarazioni incrociate rientrano nel gioco delle parti. Sono il sintomo di una collaborazione istituzionale più che necessaria, che presupporrebbe una dote su tutte: quella dell’ascolto.
Invece questo governo e questo governatore tendono a parlare, tanto, a strafare su temi di carattere generale, di cui spesso non possiedono alcuna competenza (vedi caro-voli), e a trascurare le questioni più impellenti. In questo baillame di annunci e buoni propositi, Schifani ha trovato il tempo anche per ringraziare Urso e Picheto Fratin, i due ministri che negli ultimi tempi erano finiti nel mirino del presidente della Regione (il primo per le tensioni su Sac, il secondo per le nomine sui depuratori). Galeotto fu il decreto di Palazzo Chigi per il ripristino dell’impianto di depurazione all’Isab di Priolo, per consentire la continuità produttiva del Polo industriale, il rispetto dei livelli occupazionali e la tutela dell’ambiente e del mare. “Ringrazio i ministri Urso e Pichetto Fratin – ha detto Schifani – per l’attenzione e l’impegno dimostrati ancora una volta per la nostra Isola. Il clima di fattiva collaborazione tra il governo regionale e quello centrale consente, anche in questa complessa vicenda, di realizzare opere tempestive per rispondere alle esigenze dei siciliani”. Ci hanno messo una pietra sopra, o è la solita tregua un po’ fumosa che si dissolverà al primo capriccio?