In attesa che l’Assemblea regionale faccia rientro dalle vacanze e che il presidente Schifani sforni una delle riforme tanto attese, la politica siciliana è già in marcia verso le Europee (e, dato da non sottovalutare: le provinciali). Ne sono testimonianza i temi “alti” affrontati in questi giorni: dalla conferma in blocco dei vertici della Sac, blindati da Forza Italia, alle nomine che hanno interessato la Struttura commissariale per la depurazione (al contrario: contestate da FI); passando per le solite infrastrutture, finite al centro del colloquio tra il governatore e il ministro Salvini. Dal vertice romano Schifani è uscito con una stelletta in più: la nomina di commissario per il completamento dei lavori sulla A19, la Palermo-Catania. Un’arteria devastata dai cantieri e dai ritardi endemici di Anas. Al netto dei temi “alti”, e in proiezione futura, è scattata poi la corsa all’ultima mancia.

Solo dal 10 agosto, quindi negli ultimi venti giorni, il governo ha annunciato, promesso e talvolta già scucito la bellezza di oltre 700 milioni di euro. Per le misure più variegate: dalle produzioni cinematografiche, che sono e restano un pallino della frangia turistica di Fratelli d’Italia, passando per i fondi erogati dall’Irfis a favore delle imprese colpite dalla pandemia (già, ancora il Covid). Una serie di iniziative certamente (?) necessarie, anche se sorprende il tempismo. I discorsi sulle future alleanze, e il sostegno mostrato dai centristi e della Lega nei confronti dei temi posti dal presidente della Regione, sono la dimostrazione plastica che il pensiero di tutti è già proiettato alla prossima primavera e a una doppia campagna elettorale che dirà molto sull’orizzonte del governo. Le “mance”, assieme alle nomine (entro ottobre verranno scelti i manager della sanità), rappresentano un validissimo strumento di consenso. Passiamo in rassegna le ultime.

A contrasto del dissesto idrogeologico, il governo Schifani ha deciso di stanziare 60 milioni di euro per la realizzazione di circa 40 interventi ritenuti “prioritari e indifferibili” per garantire una “più efficace tutela del patrimonio idrico fluviale della Sicilia e prevenire pericolosi eventi alluvionali”. Servono soldi per ripulire i fiumi. Dopo la terribile ondata d’incendi che ha imperversato sull’Isola – testimonianza di una prevenzione quasi completamente assente – il pensiero è rivolto all’inverno. “Il provvedimento – assicura Schifani – si inserisce nella strategia del mio governo per contrastare le conseguenze pericolose per la popolazione di fenomeni meteorologici violenti che hanno colpito e che potrebbero colpire il territorio isolano. La manutenzione degli alvei è, in questo senso, una attività essenziale per una puntuale opera di prevenzione del rischio idrogeologico”. Il pacchetto di circa 40 interventi graverà sui fondi Poc. Sono dodici quelli che possono essere messi già appaltati, per un totale di circa 12 milioni. Gli altri, per ulteriori 47 milioni di euro circa, grazie all’apprezzamento della giunta, possono proseguire il loro iter.

In questi mesi finali dell’anno c’è la necessità, per il governo, di spendere le somme relative alla programmazione europea 2014-20: c’è in ballo un miliardo che potrebbe andare perso. L’ultima spiaggia è rimodulare parte della cifra, prevista a sostegno di progetti mai redatti (o incompleti), e investirla su qualcosa di diverso. Ed ecco la notizia: la giunta regionale ha approvato la riprogrammazione di ben 65 milioni di euro, derivanti da economie del Piano operativo Fesr 2014/20, da destinare al sostegno delle imprese siciliane. Le risorse saranno utili allo scorrimento della graduatoria che aveva assegnato finanziamenti a tasso zero in favore delle aziende con sede in Sicilia danneggiate dall’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Gli effetti della pandemia, che hanno portato alla chiusura di numerose aziende, probabilmente non sono ancora terminati. “Il nuovo stanziamento – dice Schifani – ci consentirà di mantenere un altro degli impegni assunti con il tessuto imprenditoriale siciliano, cioè di non lasciare inevasa alcuna richiesta di aiuto”. A beneficiarne saranno circa un migliaio di imprese ma soprattutto “non si perderà un euro delle preziose somme ricevute dall’Europa”. Come ricorda l’assessore all’Economia, Marco Falcone, “negli anni scorsi la Regione attraverso l’Irfis aveva già erogato finanziamenti per 100 milioni. Con l’intervento di oggi il governo Schifani aumenta ancora la portata della misura di sostegno alle imprese in sofferenza per la pandemia, mettendo a disposizione nel complesso ben 286 milioni di aiuti a tasso zero”.

Sempre per far fronte alle difficoltà del tessuto imprenditoriale, è arrivato il via libera dell’assessorato regionale delle Attività produttive, guidato da Edy Tamajo, al versamento di 21,6 milioni di euro dalla Crias, la Cassa regionale per le imprese artigiane, a favore di Irfis per il finanziamento di altre 311 aziende che hanno subito danni economici a causa della pandemia. Anche queste risorse serviranno per la concessione di finanziamenti agevolati a tasso zero.  La convenzione tra Irfis e Crias permetterà di erogare mutui fino a 100 mila euro a tasso zero per ogni impresa, con un preammortamento di due anni.

Non è finita qui. Per la serie “una Regione vicina agli ultimi”, il governo ha iniziato a erogare i 17 milioni previsti dalla misura del “Bonus Affitti”. Esso, riferito all’anno 2021, è destinato ai titolari di un contratto di locazione per abitazioni pubbliche, private o di edilizia popolare. Le istanze potranno essere presentate esclusivamente on line. “Il Bonus Affitti – dice il governatore Schifani – è una misura di dignità sociale che la Regione ha fortemente voluto e incentivato, un provvedimento molto importante che guarda alle migliaia di famiglie siciliane con maggiori fragilità economiche per garantire loro un supporto necessario in proporzione ai bisogni”.

Nonostante l’attenzione per le fasce deboli, la Regione non disdegna gli investimenti sul cinema. Diventati un marchio di fabbrica durante il governo Musumeci, quando a capo del Turismo c’era Manlio Messina (e il suo braccio operativo era Nicola Tarantino, presidente della Film Commission). Anche l’assessore Amata e Renato Schifani – nonostante le beffe di SeeSicily e una programmazione tutt’altro che funzionale allo scopo – sono convinti che l’unico modo di promuovere il brand di una terra magnifica sia proiettarlo sul grande schermo. Così hanno deciso di co-finanziare la produzione di 19 nuovi progetti cinematografici (piccolo inciso: The White Lotus, un successo planetario, non ha ricevuto un euro di finanziamento pubblico).

Il contributo alle case di produzione completa il piano di investimenti di oltre 6,6 milioni di euro destinato allo sviluppo dell’audiovisivo in Sicilia, interamente finanziato con risorse del bilancio regionale. A quest’ultimo giro di cofinanziamento sono stati ammessi 12 produzioni tra film per cinema e per tv e serie televisive, 5 documentari e 2 cortometraggi, “la cui realizzazione consentirà di promuovere e valorizzare l’immagine del territorio, rafforzare e qualificare le imprese locali e favorire in Sicilia la crescita professionale degli operatori del settore”. Le produzioni sono tenute al coinvolgimento delle maestranze tecniche e artistiche locali e a “reinvestire” nell’Isola almeno il 150% del contributo ricevuto.

Ma oltre l’industria del cinema ci sarebbe quella della prevenzione. Un settore disastrato su cui il governo – finalmente – avrebbe deciso di puntare. Basterà – in attesa che il ministro Tajani concede l’opportunità di 400 nuove assunzioni tra i Forestali – per domare gli incendi almeno l’estate prossima? Il piano della Regione prevede il monitoraggio del territorio con tecnologie evolute e rinnovo dei mezzi di intervento in dotazione al Corpo Forestale e alla Protezione civile regionale (quelli acquistati da Musumeci si sono rivelati scadenti). Si tratta di una serie di azioni da avviare, in corso d’opera e in alcuni casi già realizzate, finanziate o da finanziare con risorse extra regionali per oltre 550 milioni di euro complessivi. La dotazione finanziaria – precisa una nota di Palazzo d’Orleans – potrà eventualmente essere incrementata con ulteriori assegnazioni del Fsc 2021-2027.

Sul fronte dei mezzi dell’antincendio boschivo – è questa la parte più interessante – sono previsti acquisti per ammodernare e rinforzare le flotte della Protezione Civile e del Corpo Forestale. Il quale ha già stimato un fabbisogno di 380 nuovi veicoli per rinnovare il parco dei 450 attualmente in dotazione. Dopo alcuni ritardi dovuti a ricorsi, 120 nuove autobotti sono in consegna a seguito della gara espletata nel 2022 per un importo di 25 milioni di euro su fondi Poc 2014-2020. E poi ci sono i droni: quelli veri, mica quelli farlocchi. Speriamo non sia la solita sindrome dell’annuncite o del calcolo elettorale: gli incendi sono una cosa seria, la prevenzione pure.