“Non abbiamo in cantiere nessuna tassazione sugli extraprofitti bancari”. È il 5 giugno 2023, poco più di due mesi fa, e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti pronunciava con la canonica serenità queste esatte parole all’evento Italy Capital Markets Forum organizzato da Bloomberg. La sera del 7 agosto – ieri – il vicepremier Matteo Salvini ha annunciato in conferenza stampa: il ministro Giorgetti “ha approvato una norma di equità sociale, che è un prelievo sugli extraprofitti delle banche limitato al 2023”. A parlare, non a caso, è il leader della Lega, scalpitante da settimane, in attesa di qualcosa di concreto da presentare agli italiani nella sua battaglia contro le mosse della Banca Centrale Europea, nemico esistenziale del Capitano fin dai primi passi alla guida del Carroccio. La sedia di Giorgetti, invece, è vuota. Il ministro, riferiscono più fonti di governo e del partito ad HuffPost, è regolarmente presente in Cdm. Ma terminata la lunga riunione, durata oltre tre ore, lascia subito Palazzo Chigi per unirsi al Comitato Interministeriale per la Sicurezza della Repubblica, almeno così riferisce a un suo fedelissimo da noi interpellato. Altri dicono che si è assentato per “ragioni personali, nessun problema con la linea del governo”. Dal Mef solo silenzio su tutta la linea. Insomma, le versioni non tornano ma “lui – garantisce un giorgettiano di lungo corso – non si è opposto alla proposta calata direttamente dagli uffici di Meloni e poi cavalcata da Salvini”. C’è però un dato di fatto oggettivo: Giorgetti, su questa tassa, non ha voluto metterci la faccia perché molto scettico, se non in aperto dissenso. Continua su Huffington Post