Sono passati 8 anni, e stavolta sembrava davvero tutto pronto. E invece no. La galleria di Letojanni, realizzata a seguito della frana che nel 2015 aveva travolto e reso impraticabile la corsia lato monte sulla A18, l’autostrada Catania-Messina, aprirà solo gradualmente. O meglio, il cantiere sarà chiuso per il mese di agosto, così da facilitare la circolazione nel mese più caldo. Ma i lavori dovrebbero riprendere già da settembre perché, come scrive il quotidiano ‘La Sicilia’, restano ancora da realizzare un muro di contenimento a tergo della galleria, avente lo scopo di sostenere il manufatto protettivo realizzato e difendere la carreggiata sottostante dall’eventuale caduta massi, nonché tutte le opere di rifinitura, ossia impermeabilizzazione e ricoprimento dello stesso manufatto artificiale. Se le previsioni saranno rispettate i lavori dovrebbero essere completati nella seconda decade di ottobre, comportando ulteriori disagi per gli automobilisti.

Ma i ritardi riguardanti la realizzazione di opere pubbliche, in quest’Isola martoriata dalla politica e dalla burocrazia, non sono una novità. Da mesi, ad esempio, si ritarda l’apertura del lotto Pozzallo-Modica sulla Siracusa-Gela. I tempi per la consegna di quel tratto di strada sono slittati all’autunno. Ma altri ritardi investono settori strategici per lo sviluppo dell’Isola: ad esempio ci sono voluti tre anni per portare a compimento la gara d’appalto utile alla Regione per dotarsi di un nuovo parco autobotti. Dovevano arrivarne 119. Invece, se tutto va bene, la prima dozzina arriverà nei primi giorni del mese. Il grosso della fornitura arriverà da settembre in poi, quando il rischio incendi per fortuna si attenuerà di molto.

A ripercorrere l’iter di questo appalto funesto è il Giornale di Sicilia: la prima volta che la giunta Musumeci pensa di ampliare il vecchio parco autobotti dei forestali risale al 2020. Ma fra riscritture del bando e caccia ai finanziamenti – si legge sul quotidiano – la gara viene realmente fatta solo l’anno dopo. Sul piatto l’assessorato all’Ambiente, allora guidato da Toto Cordaro, mette 25 milioni sufficienti ad acquistare 101 autobotti da mille litri, 12 da 4 mila litri, 4 da 8 mila e 2 da 10 mila.

Sulla gara sono piovuti dei ricorsi e malgrado il Tar per due volte non abbia concesso la sospensiva l’assessorato ha viaggiato a ritmo lento, lentissimo. «Il contratto con la ditta vincitrice è stato firmato il 29 dicembre scorso» ricorda adesso l’assessore Elena Pagana. Ma anche i successivi sette mesi non sono stati sufficienti a spedire le autobotti alla Regione: «Su questo ha influito la guerra in Ucraina e il fatto che la Regione abbia avuto il bilancio bloccato per qualche mese. Ma ora – segnala la Pagana – i primi 12 nuovi mezzi stanno per essere consegnati. Sono in corso i collaudi».