Se non l’avessero già usato, sarebbe perfetto: “Open to Meraviglia”. E’ la campagna di Fratelli d’Italia per riportare i turisti in Sicilia: il ministro Daniela Santanché, sopravvissuta alla mozione di sfiducia, ci mette i piccioli, per l’esattezza dieci milioni; la collega meno “nobile” e senza centrotavola, Elvira Amata, contribuisce con un appello. Manco fosse la Ferragni. “Turisti vi aspettiamo in Sicilia, siete i benvenuti”.
Sono passati dieci giorni dall’incendio che ha privato Fontanarossa del Terminal A e provocato cancellazioni e dirottamenti (per Comiso e, nella peggiore delle ipotesi, Palermo o Trapani); e una manciata di ore dal fuoco che è montato fino in autostrada, costringendo alla chiusura parziale di alcuni tratti sulla Palermo-Catania e sulla Palermo-Trapani (ma anche sulla Catania-Messina e sulla Siracusa-Catania). La Sicilia è sulla via del crepuscolo, ma i patrioti non perdono l’ottimismo. L’assessore al Turismo, che pensava di prorogare SeeSicily (prima che i suoi stessi uffici ne decretassero il fallimento), si è quasi commossa ripensando alla fortuna di vivere da queste parti: “La Sicilia è ferita, oltre mille roghi l’hanno devastata in lungo e in largo, ma adesso l’emergenza incendi è superata e le vacanze per i turisti possono continuare in totale sicurezza”, ha esordito.
Ma occhio al piatto forte: “Anche l’aeroporto di Catania si avvia a tornare alla piena operatività – ha affermato la Amata – consentendo agli altri scali dell’Isola di riprendere le normali attività in sicurezza e senza stress e disservizi. Il vero volto della nostra terra è quello delle spiagge bianche e delle acque cristalline, dei borghi montani che conservano le nostre tradizioni più genuine, ma anche dei monumentali e unici gioielli millenari della cultura, oltre all’eccellente enogastronomia”. E dove mettiamo la mancanza dei piani antincendio? I cantieri autostradali? I cavi difettosi? Qual è il vero volto? La marna della Scala dei Turchi o i 40 milioni al giorno andati in fumo per un aeroporto in tilt? Lo sfincione palermitano o l’inadeguatezza dei trasporti che hanno costretto migliaia di passeggeri a fare la spola da Catania a Trapani per assicurarsi di poter finire (o iniziare) il viaggio?
Il messaggio infarcito di ottimismo non trova alcuna corrispondenza nella realtà. E non è vero che l’aeroporto di Catania è ripartito. Schifani ha detto, ammesso che non ci siano contrattempi, che dal 1° agosto verranno operati 14 voli l’ora, quasi i 2/3 di quelli che vengono garantiti in tempi normali. Le operazioni di bonifica sono in corso e la ricerca dei responsabili pure: è esclusa la matrice dolosa. Ma sulla mancata attivazione dei piani antincendio la Sac, o chi per lei, dovrà dare qualche spiegazione. Perché le conclusioni sono ancora peggio della premessa: può il cavo di una stampante paralizzare un’intera Isola? E far saltare le vacanze?
Ma poi, scusate tanto cari albergatori, perché tante storie per qualche centinaio di cancellazioni? Visto la Santanché, che cuore generoso? “Ringrazio il ministro del turismo e il governo nazionale per la sensibilità dimostrata nei confronti della Sicilia”, ha detto Schifani, riferendosi ai 10 milioni stanziati in Cdm. Serviranno al comparto turistico. E chiudono il cerchio: l’emergenza è un ricordo, i disservizi sono finiti, i soldi ci sono. Ricominciamo. Come prima, più di prima.