“Non possono esserci ulteriori ritardi: il presidente della Regione riferisca martedì al parlamento ed ai siciliani sugli incendi. I cittadini hanno il diritto di sapere ed essere informati per evitare altri rischi alla salute. Dobbiamo prendere atto che quella di Bellolampo a Palermo è una bomba che non può essere ulteriormente alimentata, va programmata la sua chiusura, pensando a soluzioni alternative”. Lo dice Antonello Cracolici parlamentare regionale del Pd.

“Sono d’accordo con il sindaco Lagalla – aggiunge Cracolici – quando dice che i fuochi non si accendono da soli. Mi chiedo allora, Bellolampo cosa è successo? Chi ha dato fuoco alla quarta vasca? Mi risulta che esistano squadre addette alla gestione degli incendi, ma allora cosa è accaduto? Le temperature inedite di questi giorni – continua Cracolici – impongono una riflessione seria sui sistemi di prevenzione e organizzazione per far fronte a situazioni che con l’emergenza climatica potranno ripetersi, creando danni ai cittadini e a chi ha produzioni agricole e attività economiche a rischio. Dobbiamo avere certezza e sapere se l’aria che respiriamo ed i cibi che arriveranno sulle nostre tavole, prodotti nelle aree circostanti Bellompo, sono o non sono contaminati. L’Arpa dica come stanno le cose. Il presidente Schifani intervenga immediatamente e dia comunicazione chiara e puntuale ai siciliani che non meritano tanta disattenzione”.

Il governo regionale, intanto, ha deliberato lo stanziamento straordinario di un milione di euro in favore del Comune di Palermo per fare fronte all’emergenza in corso nella discarica di Bellolampo a causa degli incendi. La decisione è un primo e immediato atto concreto dopo l’interlocuzione tra il presidente della Regione Renato Schifani e il sindaco di Palermo Roberto Lagalla nel corso della quale il governatore aveva garantito il massimo sforzo e la piena collaborazione della Regione per mettere in sicurezza la discarica con tutti le misure necessarie. «Abbiamo subito recepito la richiesta di intervento del sindaco Lagalla – ha detto il governatore – perché abbiamo chiara la portata dell’urgenza, sia per scongiurare una nuova emergenza rifiuti ma soprattutto per tutelare i cittadini da ogni possibile rischio per la loro salute. Con questi fondi, il Comune potrà acquisire i mezzi tecnici e i materiali necessari a estinguere l’incendio che ancora divampa a Bellolampo».

LE PAROLE DI MONSIGNOR CORRADO LOREFICE
“Quello che è accaduto in questi giorni è l’esito ultimo di decenni di decisioni, di scelte, di gesti, di omissioni”. Lo afferma l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice dopo aver visitato la chiesa di S. Maria di Gesù, andata a fuoco con i resti di San Benedetto il Moro, e aver espresso solidarietà ai frati. “La responsabilità di questo disastro ricade certo su chi ha avuto in mano la cosa pubblica, sulla politica, sulle nostre crepe educative – aggiunge Lorefice – come anche sul modo di annunciare il Vangelo delle nostre comunità cristiane; ricade su di noi, su di noi in quanto popolo”. Il messaggio dell’arcivescovo arriva all’indomani della dura accusa dei vescovi siciliani “contro la mano dolosa che appicca gli incendi e contro i responsabili delle istituzioni che non hanno investito su piani di prevenzione”.

“Tengo a manifestare tutta la vicinanza alla cittadinanza del Palermitano da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dal quale oggi ho ricevuto una telefonata. Il Capo dello Stato ha voluto aggiornamenti sull’emergenza incendi che ha colpito nelle ultime 48 ore il territorio, esprimendo tutto il suo affetto e la sua disponibilità all’amministrazione, alla città di Palermo e alla sua provincia per la quale lo ringrazio. Attualmente, stiamo gestendo il focolaio nella discarica di Bellolampo e la situazione rimane al momento sotto controllo grazie alla collaborazione del Comando provinciale dei Vigili del fuoco e del prefetto di Palermo Cucinotta”. Lo ha detto il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla.

La situazione, in tutta la provincia, sta lentamente tornando alla disabilità dopo 48 ore di paura, anche se ruciano ancora le colline attorno alla città e in diverse aree sono tornati a volare i Canadair: ad Altofonte e San Martino delle Scale e a ridosso della discarica di Bellolampo. Nelle prime due zone il fuoco continua ad alimentarsi nonostante gli interventi da terra e dall’alto. Il calo della temperatura concede un po’ di sollievo a chi ha vissuto per giorni ben oltre i 40 gradi, con forte vento di libeccio e scirocco. Sono stati divorati decine e decine di ettari di bosco e macchia mediterranea. Su Altofonte la situazione attuale vede il fronte del fuoco avanzare dalla montagna di via Valle Fico con le fiamme che stanno scendendo a valle. Per tutta la notte i roghi hanno interessato le zone di Rebuttone, Costa Grande, Sotto Coccio, Pizzo Valle di Fico e la costa lato Blandino. Ancora al lavoro squadre forestali, la protezione civile locale, polizia municipale e forze dell’ordine.

REGIONE DICHIARA LO STATO DI CRISI
Il governo Schifani ha dichiarato lo stato di crisi e di emergenza regionale e richiesto al governo nazionale il riconoscimento dello stato di emergenza per gli incendi e l’eccezionale ondata di calore in Sicilia. La decisione è stata presa nel corso di una seduta straordinaria della giunta convocata appositamente dal presidente della Regione a Palazzo d’Orleans.

Secondo una primissima stima fatta dalla Protezione civile siciliana, i roghi che negli ultimi due giorni hanno devastato l’Isola, in oltre cento Comuni con picchi di 45-47 gradi, hanno causato oltre 60 milioni di euro di danni. A questi bisogna aggiungere gli oltre 200 milioni di euro, quantificati dagli Ispettorati provinciali dell’Agricoltura, per l’eccezionale ondata di calore e gli altri danni, in fase di determinazione, per la distruzione di produzioni e strutture agricole a seguito degli incendi.

Secondo il report elaborato dal Corpo forestale della Regione, i roghi in Sicilia sono stati 338. Incendi che hanno visto impiegati 4.585 uomini e donne tra personale in divisa e lavoratori forestali, con 748 mezzi antincendio utilizzati. Ventisei gli interventi di velivoli nazionali e 53 quelli degli elicotteri regionali, con oltre 1.300 lanci. Attualmente, la superficie boscata incendiata è di 693 ettari, quella non boscata di 3 mila ettari. Altre 18 mila operai sono stati messi in campo dal dipartimento dello Sviluppo rurale per la pulizia dei boschi e a presidio e supporto delle attività del Corpo forestale.

La Protezione civile regionale ha coordinato circa 800 volontari e 200 mezzi. Il Corpo dei vigili del fuoco, invece, è intervenuto in 650 incendi urbani e di interfaccia con quasi 2.500 uomini. Rilevante l’apporto delle 14 squadre aggiuntive dei pompieri attivate grazie all’accordo stipulato e finanziato dalla Regione.

Centinaia gli edifici distrutti o danneggiati, le infrastrutture e gli impianti di servizi generali (viari, elettrici, telefonici, fognari e di rifiuti). Migliaia le persone evacuate, anche solo precauzionalmente, di cui un centinaio non può rientrare nelle abitazioni e necessita di sistemazioni alternative. Attualmente risultano ancora attivi una quarantina di roghi (l’80 per cento nei territori di Palermo, Catania e Messina), ma il dato è in progressiva diminuzione.