A un ministro della Repubblica si può benissimo perdonare la propaganda – del resto fa parte del mansionario di ogni politico – molto meno l’ignoranza. A maggior ragione quando il non sapere di cosa si parla riguarda tre milioni e mezzo di lavoratori italiani. Se infatti si prendono le ultime dichiarazioni sul salario minimo fatte da Antonio Tajani, che oltre a essere il ministro degli Esteri è anche vicepremier facente funzioni, e Nello Musumeci, ministro della Protezione civile, un iniziale senso di scoramento si trasforma rapidamente in chi legge in un afflato depressivo. Entrambi pur di negare l’utilità del salario minimo – che peraltro è voluto da ben due italiani su tre come segnalato dall’ultimo sondaggio di Alessandra Ghisleri – pensano che valga la pena buttarla in caciara, sommando pere a mele e solleticando istinti ancestrali del loro presunto elettorato. Non proprio un atteggiamento responsabile e istituzionale, diciamo. Continua su Huffington Post