Come può un presidente della Regione cadere dal pero ogni qualvolta un ufficio (della Regione) adotti un atto amministrativo? Come può sostenere che persino le lettere di recesso inviate dal dipartimento Turismo agli albergatori, che comprovano il fallimento del programma ‘SeeSicily’, siano state scritte, firmate e inviate a sua insaputa?
“O Schifani non ha guardato le carte, e questo sarebbe gravissimo, oppure non le ha sapute leggere”. Tocca prendere in prestito le parole dell’ex assessore Manlio Messina, il che è tutto dire, per spiegare lo smarrimento di fronte alle ultime operazioni del presidente. Il Balilla le pronunciò all’indomani dello scandalo di Cannes, quando Schifani – dopo essersi perso l’affidamento diretto da 3,7 milioni a una società lussemburghese – decise di ritirare il provvedimento in autotutela. A proposito: è ricapitato qualche giorno fa che il capo del governo abbia suggerito il ritiro di un’altra prebenda, da mezzo milione, al gruppo di Rcs Sport di Urbano Cairo per l’organizzazione della “Palermo Sport Tourism Arena”, una festicciola a spese dei contribuenti. Anche questo è un complotto ordito mentre lui non c’era?
Come può un presidente che accusa Scarpinato & Co. di aver provocato un danno d’immagine alla Sicilia per colpa di quel finanziamento al signor Nassogne, e che si è appena opposto a un altro spreco, dichiarare che “più volte, in occasioni pubbliche, ho sempre apprezzato l’attività del precedente governo per quanto riguarda le attività promozionali messe in campo dall’assessorato al Turismo”. Ma dove? Ma perché? Quello che apprezza le trovate turistiche di Musumeci e del Balilla è lo stesso che avrebbe voluto cacciare Scarpinato per aver tramato alle sue spalle, adottando un provvedimento in copia-incolla col suo illustre predecessore?
Come può un presidente della Regione passare le sue giornate a rincorrere le malefatte dei suoi uffici? Come può assoggettare l’attività di governo a un controllo ex post anziché ex ante?
Com’è possibile non accorgersi che l’Ufficio legale e legislativo concluda un accordo transattivo con gli avvocati Russo e Stallone per l’emissione di una parcella d’oro da quasi 5 milioni, e lui decida di stoppare tutto? O che qualcuno abbia architettato il restyling del suo ufficio, a Palazzo d’Orleans, con cinque poltrone nuove di zecca per 22 mila euro, e lui lo cancelli con un tratto di penna? O ancora, che qualche patriota impavido affidi ad Absolute Blue un regalino da scartare senza una procedura di evidenza pubblica, nascondendogli la verità? O che un dirigente convinca l’assessore all’Energia a rallentare con le autorizzazioni per gli impianti rinnovabili a sua insaputa? E come può, ancora, inseguire le notizie di stampa – ormai di pubblico dominio – sul fatto che il solito assessorato buontempone receda dal contratto con gli albergatori per non perdere altri soldi? In definitiva: la sua azione è uno sterile tentativo di compiacere Fratelli d’Italia per prolungare l’agonia? O Schifani, magari, negherà anche di conoscerli?