Cuffaro e Lombardo di rimpasto non vogliono sentir parlare. La Lega nemmeno, tranne se non sarà costretta. Il tagliando di governo è un’idea di Schifani, per superare la guerra tra Fratelli d’Italia e il Carroccio sul caso Turano. I patrioti hanno messo in discussione la fedeltà dell’ex Udc perché “al governo gioca con una maglia e a Trapani gioca con la maglietta della squadra avversaria” (per citare Giampiero Cannella, dirigente meloniano); e Schifani medesimo non ha mai digerito questo fatto.
Così, all’indomani dei ballottaggi, qualcosa potrebbe succedere. La soluzione più praticabile è che Schifani chieda alla Lega un altro nome per occupare l’assessorato alla Formazione professionale. Ma è possibile che ottenga in cambio un rifiuto. O meglio: l’esigenza di allargare il rimpasto alle altre forze politiche. L’ha sintetizzato al meglio Sammartino: “Ci sentiamo tutti in discussione, non solo Turano”.
E qui la macchina rischia di incepparsi. Perché FdI non ha voglia di cambiare gli assessori, e nemmeno Cuffaro lo ritiene utile: “I miei stanno lavorando bene”. Più diretto il messaggio di Roberto Di Mauro, braccio destro di Raffaele Lombardo, al Giornale di Sicilia: “Non c’è mai stata una riunione di maggioranza per discutere il caso Turano e delle sue eventuali conseguenze – asserisce l’assessore all’Energia -. Per quel che ci riguarda finora è solo ricostruzione giornalistica. Se il presidente vuole valutare l’operato di Turano c’è un motivo politico mentre per altre operazioni non vedo motivi, a meno che non si dica che gli assessori sono incapaci”. Si è aperto un balletto che potrebbe rallentare di qualche settimana ulteriore i lavori del governo e del parlamento.