Ita Airways, Ryanair, Anas, ma soprattutto il Consorzio Santa Chiara di Favara. E’ solo un estratto dei ‘nemici’ di Renato Schifani, che sta tentando il tutto per tutto per sconfiggerli. La ditta favarese è sul banco degli imputati per non aver portato a compimento i lavori di riqualificazione del Castello Utveggio di Palermo, dove si registrano ritardi di mesi. Una stasi che aveva irritato il governatore che, al termine di un sopralluogo, aveva anche denunciato l’immobilismo del dirigente regionale all’Energia, Maurizio Costa, dicendo che si era presentato impreparato all’appuntamento e non aveva saputo fornire spiegazioni.
Nella black list del presidente della Regione – aggiungete pure i burocrati – è finita questa ditta di Favara, contro la quale verrà presentato addirittura un esposto in Procura e che, in primis, dovrà versare una penale di 1.700 euro al giorno per non aver completato i lavori in tempo utile. L’annuncio, sbandierato come un grande successo, è stato dato dalla Regione, mentre Schifani assume un altro impegno d’onore coi siciliani: “Su questo scandalo vigilo personalmente e come annunciato qualche settimana fa, per l’enormità delle proroghe concesse nel tempo e sulla infondatezza delle ragioni addotte, mi riservo di trasmettere tutti gli atti alla Procura della Repubblica di Palermo per l’individuazione di eventuali profili penali. La pressione e la mia attenzione prestata alla questione ha evitato ogni altra possibilità di altre deroghe”.
Insomma, il governatore si dice bravo da solo. Ma dimentica alcuni dettagli: che gli scandali da passare al setaccio sono tanti e altri. A partire da quelli sul Turismo, su cui al momento si è preferito glissare per non creare scompiglio agli amici di Fratelli d’Italia. La cifra dello scandalume, quindi, non si esaurisce al Castello Utveggio. Ma andrebbe misurata – probabilmente – su tutte le altre questioni in sospeso che recano a palazzo d’Orleans danni inestimabili: a partire dalla mancata chiusura dei carrozzoni, passando per le ingenti campagne di comunicazione (inutili) finanziate con SeeSicily, passando per la compilazione di un Bilancio che ancora una volta rischia di non passare il vaglio di Roma ed essere impugnato. Ma su questo orizzonte si profila un alibi clamoroso: “Non è colpa nostra, ma dello Stato”. Che non ci ha dato i “piccioli” già calati nella Legge di Stabilità. Incredibile ma vero.