“Le professioni di fede in questo momento devono essere concentrate solo in una direzione: Berlusconi si ristabilisce e tornerà a essere il leone che abbiamo sempre conosciuto. Tutte le altre professioni di fede, come ad esempio la fedeltà al governo Meloni, sono dissonanti”. Lo ha detto Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera ed esponente di Forza Italia. Uno dei più critici in merito all’appiattimento dei berluscones sulle posizioni di Fratelli d’Italia (e per questo “antipatico” a La Russa, come riferito dal presidente del Senato durante l’intevista a ‘Belve’ con Francesca Fagnani).
“Il nostro appoggio – ha precisato Mulè, parlando a ‘La Stampa’ e al Secolo XIX’ – esiste già, è inutile ripeterlo in continuazione. Non è mai venuto meno”. L’antipatia nei confronti di La Russa è del tutto ricambiata: “Se lui avesse idea di quanto importa a me di stargli antipatico, avrebbe idea dell’immensità”. “I silenzi e gli imbarazzi dei suoi colleghi di partito riguardo alle sue posizioni la dicono lunga – ha aggiunto l’ex direttore di Panorama -. Le istituzioni sono sacre”. E La Russa evidentemente non le sta trattando come meritano e “come io nel mio piccolo provo a fare tutti i giorni”.
Mulè si sofferma anche sulla rimozione di Cattaneo come capogruppo alla Camera e sulla difficile congiuntura che riguarda Lizia Ronzulli, declassata dalle parti di Arcore. “Questa – ha detto Mulè – è una vicenda di cui ancora bisogna scrivere la storia. Alessandro e Licia altro non hanno fatto che essere la voce parlante di Berlusconi. Non sarà il cambio di un assetto a determinare la mutazione del nostro codice genetico”. Che – ha aggiunto Mulè – va difeso “nella coalizione” di governo, “nonostante i rapporti di forza che ci darebbero perdenti”, e i tentativi di considerare i forzisti dei “replicanti” del partito della Meloni.
—
Nella foto il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè (foto da Facebook)