Per non affondare nelle acque salmastre e maleodoranti di Cannes – mettiamola così, con eleganza – il Balilla monta ogni giorno un teatrino della politica: ieri ha indossato l’orbace del Federale e ha lanciato il suo editto sulle elezioni di Catania; oggi ha messo il petto in fuori e ha assunto il ruolo dell’intrepido salvatore della patria. La recita, oltre a lucidare i muscoli, serve per tenere alta l’attenzione dei trombettieri chiamati di volta in volta a dare luce alle sue gesta e un orizzonte alle sue ambizioni. L’ultima sceneggiata fa riferimento a una “convocazione dall’alto”, a una chiamata diretta da parte della Meloni. La quale, manco a dirlo, preme perché Lui accetti la candidatura a sindaco del capoluogo etneo. Ma Lui difficilmente cederà alle lusinghe della sirena Giorgia. Lui vuole “tenere alto il vessillo della fiamma alla Camera”. Eja eja alalà.