Forse ricordate della sera in cui un tifoso, appena uscito dallo stadio di Empoli, allungò la sciagurata mano su Greta Beccaglia, giornalista di Toscana Tv. E forse ricordate anche come è andata a finire: allo sventato tifoso è stato inflitto un anno e mezzo di reclusione, pena sospesa purché frequenti corsi di recupero per condannati per violenza sessuale, un provvisorio risarcimento dei danni di diecimila euro, in attesa che il tribunale civile quantifichi la cifra esatta, e altri diecimila all’Ordine dei giornalisti, per l’offesa all’intera categoria (colgo la portata comica di quest’ultima frase, ma non posso farci nulla). La condanna è stata emessa a dicembre su richiesta del pubblico ministero di Firenze dove, fino al febbraio precedente, il procuratore era Giuseppe Creazzo.
Il suo nome era saltato fuori dall’intercettazione di messaggi fra Luca Palamara, allora nel Consiglio superiore della magistratura, e la pm Alessia Sinatra, che si industriava affinché il “porco” non la spuntasse per la procura di Roma, cui ambiva. “Porco” perché anni prima, in ascensore, le aveva messo le mani addosso. Sinatra non lo denunciò, ed è bizzarro un magistrato che non si affida alla magistratura per avere giustizia. Ma vabbè. Creazzo si è dunque risparmiato un processo, e a sanzionarlo – diciamo cosi – ci ha pensato il Csm, che gli ha levato due mesi di anzianità. Ora il Csm ha sanzionato pure lei, con la censura, per aver cercato di ostacolare il collega con mezzi impropri. Ecco, credo non sia necessario essere tifosi appena usciti dallo stadio di Empoli per cogliere il significato della parola “casta”, e di ispirazione iraniana.