Vi dice qualcosa Patrick Nassogne? L’amministratore della Absolute Blue, che aveva offerto alla Sicilia un succulento menu di eventi a Cannes, nell’ambito della seconda edizione della mostra fotografica “Sicily, Women and Cinema”, dopo aver ricevuto il due di picche da Schifani (che ha ottenuto la revoca del decreto dirigenziale), si è rivolto al sultanato dell’Oman. Solo che al posto delle dodici foto promesse all’assessore Scarpinato, il pacchetto – più o meno simile – “si concentrerà su sei donne omanite d’eccezione, associate a sei personaggi di “Le Mille e una notte””. Lo scrive Mario Barresi su ‘La Sicilia’.
Cambiano i costi: il progetto, infatti, è stato offerto all’Oman per l’equivalente di 2,17 milioni di euro, con una scontistica del 43% rispetto alla proposta inoltrata al nostro assessorato al Turismo, da 3,75 milioni, che gli uffici avevano subito avallato. Anche “Oman, Woman and Cinema”, d’altronde, è basata sugli eventi all’Hotel Majestic nel prossimo maggio, in corrispondenza del Festival. “Casa Sicilia” diventa “Oman House”, con tanto di sala vip e «uno staff di 28 persone per rispondere a ogni richiesta». Nella foga del copia e incolla, qualche strafalcione nel progetto di Nassogne è rimasto. Si legge, ad esempio, che «a differenza dello scorso anno, vorremmo offrire ogni giorno una semplice colazione a chiunque voglia recarsi all’Oman House. Solo granita, brioche, caffè, succo d’arancia e melograno». Mentre ‘La Sicilia’ evidenza una seconda gaffe: «Presentare i luoghi mitici dell’Oman, una vera e propria destinazione turistica culturale mondiale, e in particolare un turismo di appassionati e professionisti del cinema. Ma anche proporre l’Oman alle grandi produzioni internazionali come destinazione cinematografica. Una grande sfida possibile, perché i tempi sono finalmente maturi per un “Nuovo Cinema Paradiso”».
Nella trattativa con gli arabi, inoltre, Absolute Blue accetta di dimezzare il costo dello shooting fotografico: dai 620 mila euro richiesti a 367 mila. Ma il risparmio maggiore è legato all’Oman House, che costerebbe un milione in meno rispetto a Casa Sicilia: l’affitto della sala e le decorazioni (da 920 mila a 551 mila euro), i pannelli pubblicitari (da 306 mila a 230mila euro), la manodopera e i costi annessi (da 618 mila e 170 mila rispettivamente a 275 mila e 92 mila euro). E persino la faraonica conferenza stampa, compresa di «animazioni», si può organizzare con 367 mila euro anziché i 511 mila per l’analogo evento siciliano. L’unica voce che lievita è l’ospitalità. Ma il sultano sembra orientato ad accettare. Forse ignaro di ciò che accaduto da questa parte del mondo.