Mi dispiace di non avere a portata di mano la cultura scoppiettante del collega di Livesicilia, e di non potere quindi criticare Giorgia Meloni e la sua corte di patrioti con una robusta e croccante citazione di Leone Tolstoi. Cercherò comunque di arrangiarmi con i miei mezzi, con il mio linguaggio, con le poche cose che so. Quale autorevolezza potrà avere da ora in poi un presidente della Regione che, insultato e segnato a dito da Manlio Messina, il Balilla che per tre anni ha occupato il Turismo, finisce poi per ubbidire ai suoi diktat, diramati, manco a dirlo, dal quartiere generale di Fratelli d’Italia? E quale autorevolezza potrà avere l’assessore Francesco Scarpinato, anche lui di Fratelli d’Italia, cacciato dalla porta del Turismo tra mille sospetti e rientrato miracolosamente dalla finestra dei Beni Culturali dopo una arrampicatura, tra vetri e rovi, che gli ha sfregiato politicamente il viso e soprattutto le mani?
Questo non è un governo degno di una Regione grande come la Sicilia. Questo è un governicchio formato da piccole comparse che si muovono come farfalle impazzite in un teatro molto più grande di loro. Nella passata legislatura lo scettro del comando era nelle mani di un governatore che, per pavidità, lasciava campo libero ai bulli del suo cerchio magico fingendo di non vedere e di non sapere. Ora c’è un governatore che non sa nulla perché non gli dicono nulla. Ma lui, inebriato dal potere, si diverte tanto, tantissimo. Come i bambinetti dell’asilo quando giocano a mosca cieca. Allegria.