Nominati oggi i vertici di cinque società partecipate della Regione Siciliana, in ossequio allo spoil system attuato dal governo Schifani. Per altre due società le procedure si concluderanno tra qualche giorno. Le assemblee dei soci, così come disposto dal presidente della Regione, hanno infatti provveduto a rinnovare i Consigli di amministrazione.

Alla Sas presidente è Mauro Pantò (candidato alle Regionali con la Democrazia Cristiana di Cuffaro), componenti Rosalia Cardinale (confermata) e Alfredo Vinciguerra. All’Irfis, neo presidente è Tommaso Dragotto, fondatore di Sicily by Car, mentre i componenti sono Giuseppe Guglielmino e Vincenza Barberi. Per Sicilia Digitale, il nuovo amministratore unico è Riccardo Di Stefano, attuale presidente dei giovani di Confindustria, nonchè vicepresidente nazionale dell’associazione. Alla Seus presidente è Gabriele Castro (battuto in extremis Ferdinando Croce, ex collaboratore di Razza all’assessorato alla Salute), Maria Stella Marino e Pietro Marchetta (confermato) i componenti. Conferma in toto, invece, per l’Ast: Salvatore Castiglione presidente, Tania Pontrelli ed Eusebio d’Alì componenti.

Si completeranno lunedì prossimo, invece, le procedure per Airgest e Interporti. Nel caso della società di gestione dell’aeroporto di Trapani, è chiara l’indicazione di Schifani che ha già annunciato la riconferma di Salvatore Ombra. Tagliato fuori Vito Riggio, ex presidente dell’Enac. Ombra rimarrà in carica fino al termine del suo mandato, previsto fra due anni, e sarà la leva per avvicinare i due aeroporti – Trapani e Palermo – e riunirli sotto la stessa gestione (sempre che Lagalla, primo azionario della Gesap, sia d’accordo). Sorpresa al Cefpas di Caltanissetta, il centro per la formazione permanente e l’aggiornamento del personale del servizio sanitario, dove (a sorpresa) è stato revocato l’incarico di Roberto Sanfilippo. Il potente manager, entrato nelle grazie di Razza e Musumeci, sembrava a un passo dalla riconferma.

Duro il commento di Anthony Barbagallo, segretario del Pd: “Nessun criterio oggettivo alla base della scelte per i posti di sottogoverno da parte della Regione Siciliana. Soltanto mera ed evidente occupazione militare delle poltrone: il centrodestra che predica e si spende sul riconoscimento del merito, a Roma come a Palermo, va avanti per lottizzazione puntando su incompetenza, mancanza di titoli, parentele di strettissimi congiunti con deputati in carica e soggetti che in qualunque altra realtà lavorativa sarebbero già abbondantemente in età pensionabile”.

Su Dragotto, chiamato alla guida dell’Irfis, già incombe l’Autorità garante per la concorrenza e il mercato, che ha inflitto a Sicily by Car, il colosso dell’autonoleggio, una sanzione da 50 mila euro per la mancata pubblicazione da parte della società di una sentenza della stessa Agcm che aveva individuato nel contratto di noleggio una clausola vessatoria per i clienti. L’Autority aveva considerato vessatoria la “clausola contenuta nell’articolo 2.2 lettera e) delle condizioni generali di contratto su obblighi e facoltà del cliente concernente l’addebito di 50,00 euro (Iva esclusa) a carico del cliente-consumatore per l’attività di gestione delle multe, pedaggi, parcheggi e ogni sanzione/addebito comminati da autorità, enti, concessionari in relazione alla circolazione del veicolo oggetto del contratto di autonoleggio”. Nella sentenza si obbligava Sicily By Car a pubblicare per venti giorni consecutivi nella home page del suo sito internet l’estratto della sentenza. L’azienda aveva tempo fino al 27 giugno per la pubblicazione ma prima della scadenza aveva chiesto all’Autority una proroga di 40 giorni (rigettata), così Sicily By Car ha deciso di rivolgersi al Tar del Lazio giudicando illegittima la decisione dell’Autority.