Povero Schifani, gliela fanno sotto gli occhi. Lui, che è il governatore della Sicilia, crede di controllare ogni carta ogni angolo, ogni anfratto ma il partito degli affari è più attrezzato: conosce i sotterranei del potere, sa come ci si muove negli assessorati, ha gli agganci necessari nei paradisi fiscali dove le somme versate dalla Regione possono prendere, senza rischi, tutte le direzioni possibili. Schifani invece regna a Palazzo d’Orleans senza esperienza amministrativa. E’ stato presidente del Senato, ma le medaglie da sole non bastano. Somiglia ai reduci di Coblenza, a quei nobili di Francia che per sfuggire al terrore della Rivoluzione ripararono nella città asburgica e tornarono in patria, accodati ai vincitori, quando la ghigliottina cessò di mozzare le teste. “Nulla dimenticarono e nulla capirono”, si legge nei libri dello storico François Furet.