Giorgia Meloni ha impiegato i primi tre mesi del suo mandato per dotare lo Stato di un bilancio, per accreditarsi in Europa, per aiutare l’Ucraina nella guerra contro l’invasore, per ridurre il Pd al lumicino, per smontare il gioco dei Cinque stelle sul reddito di cittadinanza, per diventare un premier di buon senso, autorevole, affidabile. Si possono non condividere le sue idee ma bisogna anche prendere atto che chi paventava un rigurgito fascista ha solo urlato alla luna. I primi tre mesi della classe politica venuta fuori in Sicilia dalle elezioni di settembre sono stati utilizzati invece per montare un teatrino di risse, di veleni, di maldicenze. E per coprire le responsabilità di Gaetano Armao, l’assessore di Musumeci che ha combinato tali e tanti disastri da impedire alla Regione di avere un bilancio entro fine anno. La Meloni c’è riuscita, Schifani no.