Ha iniziato ingigantendo il curriculum e sta continuando rimpicciolendo il suo conflitto. Smascherato dal sito Politico.eu, che ci ha rivelato come si stesse preparando al concorso a cattedra anziché badare alla prossima manovra economica, il premier Giuseppe Conte ci ha prima presi in giro promettendo il “gran rifiuto” e poi ci ha turlupinato con lo stratagemma del rinvio. A raccontarlo è ancora il sito che evidentemente non ha creduto alle promesse di Conte e ha visto giusto. A concorrere alla cattedra di Diritto Privato all’università La Sapienza di Roma si sono presentati oggi due docenti. Erano convinti di duellare e invece hanno scoperto che il candidato “fuoriposto” è rimasto al suo posto e che aveva perfino chiesto di posticipare l’esame.

La cattedra in questione appartiene al giurista Guido Alpa. È un valente giurista ed è considerato il maestro di Conte. Ma è un pessimo consigliere. In un’intervista al Corriere della Sera, è stato lo stesso Alpa a suggerire al suo discepolo di presentarsi all’esame. Lo ha fatto con l’astuzia dell’uomo di diritto, dell’Azzeccagarbugli che imbroglia con i suoi codici tutti i poveri Renzo del Paese. Conte, ha infatti spiegato Alpa, non “violerebbe nessuna legge” e quindi farebbe bene a presentarsi.

Non è il caso di parlare di “opportunità”. Il conflitto è così evidente che perfino Conte, nel corso di una conferenza stampa, aveva rassicurato spiegando che “il nuovo ruolo mi impone di riconsiderare la domanda”. Stava mentendo. E non lo ha neppure fatto bene.

Insomma, si scopre oggi che questo premier, a contratto, occupa palazzo Chigi ma in “aspettativa”, rappresenta l’Italia ma con un occhio vigile ai consigli di facoltà. Devoto di Padre Pio, l’unico miracolo di Conte è stato il silenzio, la sottomissione a Luigi di Maio a cui, in un video già memorabile, chiese: “Questo lo posso dire?”. Si è presentato come “avvocato degli italiani”, poi si è montato la testa al punto da sostenere, dopo il crollo del ponte di Genova, che “non si possono aspettare i tempi della giustizia”. Se l’equazione è giusta, anche noi non possiamo aspettare l’esame per rimandarlo.