La simpatia e la stima reciproche non sono mai venute meno. Nonostante una campagna elettorale dura e cruda. Cateno De Luca, rimescolando gli umori all’interno del centrodestra, offre una sponda a Gianfranco Micciché, sempre più convinto di restarsene a Palermo (e rifiutare il seggio a Roma: ha sei mesi di tempo per decidere): “Dico soltanto che uno come Gianfranco Miccichè, presidente dell’Ars, non può essere gettato alle ortiche e restare fuori dagli spazi operativi”, ha detto De Luca conversando con Live Sicilia. “Il mio suggerimento? Di verificare se sussistono le condizioni per fare di nuovo il presidente dell’Ars. Io non avrei nulla in contrario, lo appoggerei. Lo dico chiaramente. Noi, nel caso, lo appoggeremmo”.
Una sponda bell’e buona dopo il pranzo (casuale) di qualche giorno fa a palazzo dei Normanni. Durante il quale Miccichè si complimentò con l’ex sindaco di Messina per il risultato elettorale. In quella occasione, che De Luca definì al nostro giornale “una rimpatriata”, non emersero – stando alle fonti ufficiali – altri ragionamenti. Ma nel frattempo qualcosa è cambiato e Miccichè, anche secondo De Luca, rappresenta l’unico argine alla restaurazione di un Musumeci-bis sotto mentite spoglie. Con gli otto deputati di ‘Sud contro Nord’ e qualche simpatizzante tra le file di Pd e M5s (che non manca) Micciché avrebbe davvero la possibilità di strappare la presidenza dell’Ars, anche senza i voti di Fratelli d’Italia. Da qui l’invito: “Mi auguro davvero che faccia il presidente dell’Ars, un ruolo che ha svolto bene. E spero che non entri in una giunta con cui non ha nulla da spartire”, ha detto De Luca.
Al giornalista, che gli chiede se lo vorrebbe accanto, Scateno replica: “Gli chiederei subito che ruolo vuole. Ci sono tante battaglie sul territorio da portare avanti e tra di noi c’è una antica sintonia, da quando ero il capogruppo di Forza del Sud”. Qualcosa sta (ri)nascendo?