E dunque: al Senato Ignazio La Russa: (all’anagrafe Ignazio Maria Benito), non proprio l’incarnazione dei migliori valori repubblicani, l’antifascismo, la Costituzione, eccetera. E uno.
Alla Camera: Lorenzo Fontana, un Kyrilian-putiniano, contro le nozze gay, l’aborto, l’eutanasia, la società multiculturale, padrino del famoso convegno di Verona del 2019, quello con le foto dei feti esibite sui manifesti; e mai pentito estimatore dell’autocrate russo, indossatore di magliette contro le sanzioni, grande artefice dell’ingresso della Lega nel gruppo lepenista in Europa. E anche lui ha qualche problema con 25 aprile, la festa del riscatto morale degli italiani. Anzi, ne ha proprio il rifiuto perché una volta si esibì, in quel giorno, nel festeggiamento della “non Resistenza”. Dimentico che le pagliacciate sono possibili perché qualcuno ha riconquistato la libertà per consentirle, così come per consentire che possa diventare presidente del Senato chi ha la fiamma nel simbolo. E due. Continua sull’Huffington Post