È il dettaglio che rivela il tutto, inteso come rimozione e finzione, quel “non è stato una catastrofe” pronunciato da Enrico Letta e assunto come base di discussione da tutti (o quasi). Perché all’ombra della “grande rimozione” va in scena il rito, per dirla col poeta, del “tutti coinvolti, tutti assolti”, alla fine del quale alla domanda sul “perché si è perso” la risposta resta evasa, in un festival di solenni citazioni: chi il Vangelo, chi lo Spirito Santo, chi San Paolo, ed è davvero un peccato che Marx sia morto e chi lo ha letto non si senta tanto bene. Continua sull’Huffington Post