Dopo aver tenuto a stecchetto (per mesi) migliaia di lavoratori e imprese, a causa di 900 milioni bloccati per un errore nel riaccertamento dei residui attivi da parte dei Dipartimenti, la Regione siciliana ha un altro tabù da sfatare. O meglio, un altro debito da saldare. A sollevare la questione è Roberta Schillaci, deputata del Movimento 5 Stelle, che ha storto il naso – visti i precedenti – di fronte agli ultimi Avvisi del governo Musumeci, che ha pubblicato due nuovi bandi relativi a percorsi di formazione professionale e inserimento lavorativo. Proprio ieri, con la legislatura agli sgoccioli, l’assessore al Lavoro, Antonio Scavone, ha annunciato la pubblicazione dell’Avviso 1/2022 per “favorire il reinserimento nel mercato del lavoro di disoccupati, di percettori di ammortizzatori sociali e di lavoratori impegnati in attività socialmente utili”. E’ una misura d’attuazione del programma GOL (Garanzia occupabilità dei lavoratori), per 12,5 milioni a valere sul Pnrr.
“Utilizzando le risorse che l’Unione europea ci ha messo a disposizione – ha detto l’assessore catanese, espressione del Mpa di Raffaele Lombardo -, potremo arricchire e riqualificare le competenze di soggetti mai entrati o fuoriusciti dal mercato del lavoro offrendo loro nuove opportunità di trovare un’occupazione”. In particolare, si tratta di garantire misure di politica attiva del lavoro, quali l’orientamento specialistico, l’accompagnamento al lavoro, l’incrocio tra domanda e offerta, il supporto all’autoimpiego e percorsi per la creazione d’impresa. I destinatari finali delle attività che verranno realizzate, in questa prima fase, sono i percettori di reddito di cittadinanza, di Naspi, di Dis-coll e personale impegnato in attività socialmente utili. Complessivamente, si prevede di garantire servizi di orientamento specialistico a 20.417 destinatari, di accompagnamento al lavoro a 26.270 soggetti, di incrocio tra domanda e offerta a 5.596 beneficiari e di supporto all’autoimpiego ad altri 2.000. Numeri ghiotti che fanno il paio con un altro Avviso, pubblicato qualche giorno prima (per 19 milioni), rivolto anch’esso alle agenzie per il lavoro per attività di orientamento specialistico, attivazione e tutoraggio di tirocini di inclusione sociale e di incrocio di domanda e offerta.
La parola magica che ha fatto scattare la Schillaci sulla sedia è proprio questa: tirocini. “Dopo il flop dell’avviso sui tirocini della Regione, con oltre 300 persone che non sono state ancora pagate a distanza di tre anni, oggi Musumeci, all’ultimissima battuta della sua fallimentare esperienza di governo, ripropone un altro bando da 19 milioni per l’attuazione del programma Garanzia occupabilità dei lavoratori senza aver apportato le modifiche necessarie”, spiega la deputata grillina. “Mi sono personalmente recata al dipartimento del Lavoro per pretendere risposte e rapidi pagamenti dei tirocinanti direttamente al Direttore generale che avrebbe dovuto risolvere gli intoppi burocratici. Invece anziché trovare soluzioni per i disastri del precedente bando, ne fanno uno nuovo. Davvero assurdo”. Con questo secondo bando, grazie all’intermediazione dei Centri per l’impiego dell’Isola, si intende mettere in contatto domanda e offerta di lavoro per l’impiego di soggetti con bisogni complessi, che vadano oltre la sfera meramente lavorativa, e che, al contempo, risultino disoccupati e/o percettori di Reddito di cittadinanza.
“A proposito dei nuovi tirocini – sottolinea ancora la deputata – si tratta a nostro avviso di una misura di politica attiva del lavoro che andrebbe riformata con istituzione di paletti sia sulle aziende ammesse a partecipare sia sulle Agenzie per il Lavoro (possono partecipare sia quelle accreditate che in fase d’accreditamento, ndr) che spesso risultano carenti in affidabilità e professionalità. Questi tirocini sono risultati delle beffe per le persone che ne hanno usufruito, perché spesso, hanno affrontato anche delle spese per arrivare sul posto di lavoro per poi non ricevere né il rimborso spese né lo stesso emolumento, come nel caso dell’Avviso 22. Per i futuri tirocini serve una commissione che salvaguardi e ne verifichi la correttezza. Vengano inseriti dei paletti all’interno dei bandi: Le aziende che hanno usufruito di tirocinanti, senza assumerli successivamente, non possono più partecipare; occorre inoltre selezionare le aziende che possano garantire una prospettiva di lavoro”. Giusta la proposta, ma non sarebbe facilissimo trovarne. Con l’Avviso 22 cui fa riferimento la Schillaci, e risalente al 2018, la Regione prometteva di erogare degli incentivi per la realizzazione di tirocini con durata di 6 mesi e con una indennità pari a € 500,00 mensili. I fortunati sono stati pochissimi e ancora oggi, sui social, è una caccia alle streghe.
Quando c’è da mettere mano al portafogli, in Sicilia aleggia una fastidiosa puzza di fritto. Non è una rarità. La Regione, con la storia dei 900 milioni bloccati per oltre un anno, a causa dei soliti rallentamenti nell’approvazione della Finanziaria e di tutte le misure attuative previste dal rito del bilancio, ha finito per sollevare il polverone delle imprese – con Ance Sicilia sul piede di guerra – a pochi giorni dal voto, salvo avviare le pratiche di liquidazione dei pagamenti un paio di giorni prima delle elezioni.
Ma non è tutto: mancano all’appello i soldi destinati al pagamento degli specialisti e dei laboratori analisi in regime di convenzione, già a disposizione delle Asp, che però non sembrano disposte a scucirli. Inoltre pende su Palazzo d’Orleans l’incubo dei contenziosi: come scrive oggi il Giornale di Sicilia, su pressing della Corte dei Conti, l’assessore Armao è stato obbligato ad accantonare una cifra vicina al mezzo miliardo di euro (sottraendolo alla spesa corrente) a potenziale copertura dei 6.500 contenziosi aperti. La maggior parte di essi riguarda gli assessorati all’Agricoltura e al Lavoro, ma anche l’Autorità di Bacino rischia di vedersi aprire una voragine nei conti per l’equivalente di 37 milioni. Non tutti i contenziosi, ovviamente, finiscono con una sentenza di condanna, ma l’Ente spesso opta per una transazione: è avvenuto anche con l’Esa, l’ente di sviluppo agricolo, che anziché esigere gli 84 milioni (come da sentenza di primo grado) per una vecchia questione immobiliare, alla fine si è appattato per 37. Applicando una scontistica di oltre il 50 per cento. Fossero tutti così disponibili…