La Chinnici preferisce non dare troppo nell’occhio. La campagna elettorale condotta in surplace, lontana da ogni tipo di polemica, ha posto un problema di opportunità anche nella percezione di alcuni esponenti del campo progressista, su tutti Claudio Fava, che le hanno chiesto di passare all’attacco. Ma non è solo riluttanza, come spiega il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo. Trattasi di strategia: “Caterina – spiega Barbagallo – è la candidata di una coalizione e di un partito che hanno rappresentato, per cinque anni, un modello d’opposizione a Musumeci e al centrodestra. Ci siamo opposti in aula, nelle commissioni e anche fuori dal parlamento. Siamo stati i primi a rimarcare l’inadeguatezza di quel governo, e la storia ci ha dato ragione. La Chinnici fa bene ad andare oltre”.
Basta, quindi, la garanzia di un cognome e di una storia per convincere i siciliani a sceglierla?
“Il fatto che Musumeci non sia ricandidato è anche una vittoria del Pd. Caterina deve occuparsi di costruire il futuro, di imporre un nuovo modello di governo, di lavorare sulla fiducia e sulla credibilità delle istituzioni, di ricostruire una Sicilia che raccogliamo dalle macerie dopo gli anni del Covid”.
E che Sicilia sarà?
“La Sicilia delle competenze, del rispetto, del garbo. Requisiti che appartengono solo a chi vuole cambiare questa terra e non, invece, a chi vuole distruggerla con le vecchie logiche di potere”.
Ad esempio?
“La sanità”.
Qual è il modello di sanità che avete in mente?
“La sanità andrebbe amministrata affidandosi alle competenze. Non alla voglia di militarizzare le nomine e le scelte di sottogoverno, o all’ostinazione di mandare avanti le procedure concorsuali sotto elezioni, con la campagna elettorale in corso. E tanto meno all’idea aberrante di considerare il diritto alla salute dei cittadini come una continua merce di scambio. Lo scriva in modo chiaro, per favore”.
Cosa?
“Che per il centrodestra questa terra non vive della logica dei diritti, ma della logica dei favori”.
Si spieghi meglio.
“Il loro obiettivo è fare in modo che la gente, per ottenere un favore, debba ricorrere al politico o al faccendiere di turno. Noi vogliamo rompere questa logica. Oggi un malcapitato con un qualsiasi problema di salute, che ha bisogno di prenotare una visita specialistica, sbatte su un impressionante muro di gomma. In Veneto, nel Lazio e in Campania basta chiamare il numero verde per avere la certezza di una prenotazione. In Sicilia, invece, se ti serve una visita di gastroenterologia sei fregato. Dobbiamo restituire i diritti e le certezze alle persone”.
Per evitare il ricorso al clientelismo, chi indicherete come assessore alla Salute? Avete in mente un tecnico al di sopra di ogni sospetto?
“La Chinnici, per la sua storia personale e politica, e l’intera coalizione – basti vedere il lavoro svolto da uno come Fava in questi anni – non avranno alcuna difficoltà a individuare un nome che sia la sintesi perfetta tra capacità e competenza”.
Ci dica quali sono le priorità di un eventuale governo di centrosinistra.
“Partiremo dall’accorpamento degli assessorati ai Beni culturali e al Turismo: è un processo indifferibile perché la promozione culturale della Sicilia, al netto degli interventi strategici che durano anni, può garantire da subito ricchezza immediata e alcuni punti di Pil. Poi bisogna sbloccare le risorse europee rimaste nei cassetti e procedere con l’apertura dei cantieri – penso, soprattutto, alla Ragusa-Catania e al completamento della Caltanissetta-Agrigento – e all’affidamento delle opere rimaste in sospeso”.
Giuseppe Conte, da ieri in Sicilia, ha detto che non farà mai più alleanze con l’attuale classe dirigente del Pd. Lei come risponde?
“Veramente preferirei non rispondere. Quello che hanno fatto è troppo grave”.
Cioè?
“Hanno tradito non solo il popolo delle primarie, ma la credibilità stessa del Movimento. Dopo aver trovato l’accordo sulle regole, che hanno imposto loro, e sul programma, si sono tirati indietro senza alcuna giustificazione e accampando scuse. Non abbiamo più alcuna voglia di discutere con forze politiche che si sono dimostrate inaffidabili. Le interlocuzioni sono chiuse”.
L’addio dei grillini rischia di aver danneggiato la Chinnici?
“Noi stiamo lavorando pancia a terra e con impegno. Il segretario Letta sarà con noi (in Sicilia orientale, ndr) a metà della prossima settimana. Abbiamo sensazioni positive, perché Caterina incarna un modello nuovo e diverso di Sicilia. Ce la giocheremo fino all’ultimo giorno. Speriamo sia la volta buona per un presidente donna”.
E i sondaggi?
“La partita è apertissima. Ci sarà uno scostamento importante fra il voto ai parlamentari e quello al presidente”.
Sembra allontanarsi sempre di più l’ipotesi di una maggioranza stabile.
“Da questo punto di vista sarà una legislatura complicata, con un’aula difficile da governare. Serve una classe dirigente all’altezza”.
Molti, anche del Pd, hanno contestato a Schifani l’implicazione nel processo Montante. In caso di condanna – ha spiegato il vicesegretario nazionale Provenzano – decadrebbe da presidente della Regione. Lo pensate davvero?
“Mi limito a un dato di fatto. Musumeci è il terzo governatore di centrodestra a rassegnare le dimissioni in anticipo. Prima di lui ci sono stati Cuffaro e Lombardo, entrambi per ragioni di carattere giudiziario. Il centrodestra però continua ad annaspare nella stessa palude. Non ha avuto la forza di indicare una candidatura fuori da questa logica, continua a pescare nel torbido. A chi non conosce Schifani basta fare un giro su Wikipedia”.
Cosa accadrà al Pd e alla sua leadership dal 26 settembre? Le questioni su impresentabili e paracadutati le hanno provocato parecchi nemici. E’ come se l’aspettassero al varco…
“Il dibattito negli organismi è sempre auspicabile. Lo affronteremo in direzione. Ma prima bisognerà capire se saremo in maggioranza – come noi crediamo – o all’opposizione; e quale sarà la composizione dei gruppi parlamentari. In seguito potremo confrontarci, in maniera approfondita, nel merito delle questioni che riguardano il partito. Senza dimenticare che in primavera ci attende un turno delicatissimo di Amministrative. Si decidono anche le sorti di Catania e non possiamo farci trovare impreparati”.