“Una bufala per denigrare la mia omosessualità”, ha detto Rosario Crocetta di fronte alla possibilità che esista un video che lo ritrae in versione hard. “Manco fossi Rocco Siffredi”, ha aggiunto.
Nei giorni in cui i pm di Caltanissetta mettono a nudo l’antimafia, sua e dell’ex presidente di Sicindustria Antonello Montante, Crocetta si aggrappa alla difesa della sua omosessualità derisa.
A occhio e croce la storia del video ha tutta l’aria di essere veramente una bufala. Come una bufala era la fantomatica telefonata con il chirurgo plastico Matteo Tutino, nel corso della quale si augurava a Lucia Borsellino la peggiore delle sorti, e cioè di fare la fine del padre ucciso dalle bombe mafiose.
Per anni la cronaca è stata scandita dalla ricerca della telefonata fantasma. Ora ci toccherà assistere alla telenovela giudiziario-gossippara del video hard.
A pensarci bene, in fin dei conti, il mistero Crocetta-Tutino ha allontanato per un periodo l’attenzione dallo sfascio politico provocato dall’ex presidente della Regione. Il video scabroso, invece, offre il lato squallido e surreale di una vicenda serissima perché Crocetta è indagato per finanziamento illecito dei partiti e concorso in associazione a delinquere finalizzato alla corruzione.
In attesa delle risposte giudiziarie, nessuno potrà cancellare un video di cui il politico gelese è stato certamente protagonista. E cioè quello delle passerelle televisive, dei lustrini da eroe antimafia che Massimo Giletti gli ha appiccicato addosso per presentarlo al grande pubblico dell’Arena. Era un trucco, un’impostura. I siciliani se ne sono accorti.