I leader dei partiti del centrodestra hanno condiviso e dato il via libera al programma di governo che la coalizione realizzerà dopo le elezioni del 25 settembre “quando, finalmente, l’Italia potrà avere un governo coeso e capace di dare al Paese delle risposte concrete”.
Meloni, Salvini e Berlusconi parlano di “un programma che si articola in 15 punti, serio e realizzabile, incentrato sulla tutela dell’interesse nazionale e della Patria, sulla crescita economica e sulla difesa del potere d’acquisto delle famiglie. Nel documento, elaborato nelle scorse settimane da un tavolo tecnico composto dai delegati di tutte le forze del centrodestra, vengono ribaditi i nostri valori e la nostra collocazione in Europa, nell’Alleanza Atlantica e in Occidente, la necessità di una profonda riforma fiscale con la Flat Tax, del superamento della legge Fornero con Quota 41, dei Decreti sicurezza, dell’autonomia regionale e del presidenzialismo e di tutti gli altri elementi che sono indispensabili per affrontare i problemi dell’Italia e dare finalmente il via a un rilancio che non può più essere rinviato”.
Il centrodestra sottolinea anche i temi delle infrastrutture strategiche, delle riforme come quelle della giustizia e della pubblica amministrazione, passando, ovviamente per la necessità di tagliare il carico fiscale a famiglie e imprese. Ma è relativamente alle infrastrutture che torna in auge il Ponte sullo Stretto: l’obiettivo della coalizione che imbarca anche ‘Noi moderati’ (la sigla che riunisce Toti, Brugnaro, Lupi e Cesa), è “rendere l’Italia competitiva con gli altri Stati europei attraverso l’ammodernamento della rete infrastrutturale e la realizzazione delle grandi opere”. Un piano che prevede “il potenziamento della rete dell’alta velocità per collegare tutto il territorio nazionale dal Nord alla Sicilia, realizzando il ponte sullo Stretto”.
Il miraggio, che ormai si trascina da più di vent’anni, è stato riproposto dalla Lega e dello stesso Silvio Berlusconi (“Se non ci fosse stata la sinistra, sarebbe già in funzione da tempo”, ha detto il Cav.), come ribadito dalla fedelissima Stefania Prestigiacomo, che fino a qualche ora fa aveva accarezzato l’idea di candidarsi alla presidenza della Regione: “Il benaltrismo e la brontocrazia, figli di un certo tipo di cultura anacronistica e fuori dal tempo, hanno già prodotto tanti, troppi danni, negando all’Isola crescita e sviluppo – ha detto la Prestigiacomo -. Solo un doppio governo di centrodestra, a Roma e a Palermo, sarà in grado di portare a compimento l’opera e restituire dignità e prestigio alla nostra terra”.