L’ultimo capolavoro è di Pino Galluzzo, deputato messinese di Diventerà Bellissima che ha già pronto il manifesto per la riconferma all’Ars (col simbolo di Fratelli d’Italia): “Nello Musumeci è il più grande presidente siciliano di sempre. Inspiegabile per i siciliani quello che sta succedendo”. Ognuno di loro usa una frase a effetto credendo di interpretare il sentimento comune. Posta fotografie per convincerlo a non mollare. Sono le “vedove” di Nello Musumeci, il cui destino è legato in maniera indissolubile a quello del governatore (dimissionario). Col suo addio temono di perdere poteri e privilegi. La rinuncia alla candidatura, dopo un mese e mezzo di tira e molla e tanti, troppi ripensamenti, li ha spiazzati. Non ce la fanno a resistere, non accettano la logica conclusione di cinque anni di scontri e di polemiche. Si aggrappano alla nostalgia. A un giudizio di parte che non tiene conto di ciò che la gente pensa davvero. Che non valuta le delusioni, le illusioni, le divisioni e gli scandali.
Impazziscono perché i sondaggi commissionati da Musumeci vedono Musumeci favorito. E i rivali interni sono gli unici a non capirlo. Ruggero Razza, da sempre considerato il suo “delfino”, è a capo della tifoseria e organizza la rivolta preventiva contro ogni altra decisione degli alleati: “Il presidente uscente che ha governato con tutti i partiti del centrodestra (e che ancora oggi siedono nella sua giunta), che ha risollevato le sorti della Regione, che è primo in tutti i sondaggi possibili, che è una persona onesta e perbene, che non ha mai ricevuto faccendieri, che non ha mai dato scandalo per ragioni morali… E ancora cercano candidati! Grazie presidente per il Tuo gesto. È la sconfitta della Politica, quella con la “P” maiuscola”.
Giorgio Assenza, il deputato ragusano di Diventerà Bellissima, è stato testimone dell’ultimo vertice di maggioranza, lunedì a Palermo, in cui erano caduti i veti. E in cui era maturata la decisione di una candidatura condivisa. Ora invoca una corsa in solitaria: “Tu sarai scomodo per una certa politica (con la p volutamente minuscola) ma non certo per la stragrande maggioranza dei siciliani onesti che vedono in Te l’unico garante della rinascita della nostra terra – le maiuscole, segno d’amore e di devozione, sono riportate fedelmente -. Le migliaia di interventi in pochissimo tempo di tantissimi che invocano la Tua ricandidatura non possono essere disattese: vai avanti, andiamo avanti con Fratelli d’Italia e con i tanti, anche di Forza Italia e della Lega e di altri schieramenti, che non accettano imposizioni di sorta. Il 25 settembre ci conteremo. La Sicilia non intende tornare indietro”.
Anche i dirigenti fanno il tifo per Musumeci. A partire da Tuccio D’Urso, responsabile della struttura tecnica che si occupa del potenziamento degli ospedali, ex capo dipartimento all’Energia: “La Meloni è l’unico politico con le palle quadrate – sottolinea col rituale aplomb -. Ha mandato tutti a quel paese. In Sicilia il candidato è Musumeci”. E poi prospetta la rottura: “Al voto con Musumeci con tutti quelli che ci stanno!”.
Giusi Savarino, presidente della commissione Territorio e Ambiente all’Ars, approccia in maniera galante: “In questi anni ho apprezzato il tuo garbo, la tua pazienza, l’abnegazione allo studio, al lavoro, la tua caparbietà nel cercare soluzioni ai problemi. E quel tuo sorriso mal celato quando sventavamo insidie e ombre dietro carte ben scritte”. Poi arriva al dunque: “A dirti irrispettoso e sleale è chi ha utilizzato il proprio ruolo istituzionale per le proprie battaglie politiche, finanche nelle guerre intestine al proprio partito. A darti giudizi sprezzanti ci sono poi i soliti cambia casacca e sempre in piedi, lontani anni luce dal tuo rigore morale e dalla tua proverbiale coerenza. Certo per carità errori ne hai commessi, ti sei fidato troppo di alcune persone, e troppo poco di altre che meritavano e di sicuro non hai buona scuola nel dosare il potere, né abbastanza ipocrisia nel celare la disistima. Presidente Musumeci sarai pure spigoloso e scomodo, ma quello che fa davvero rabbia in questa storia è la consapevolezza di tutti noi che chi oggi emette giudizi su di te non è nelle condizioni di poterlo fare, nessuno!”.
Tra gli assessori del cerchio magico, oltre a Razza, si espone il solito Messina. Che cita Meloni: “Fratelli d’Italia non sosterrà mai un candidato che fino a qualche tempo fa saliva sulla Sea Watch insieme al Pd. Per noi Musumeci rimane il candidato migliore, Stop!”. Mentre non si sentono, o finirebbero per sfiduciare Berlusconi, i tre di Forza Italia che avevano cambiato sponda nel corso della legislatura. Falcone, Armao e Zambuto cercano di capire da che parte tira il vento. D’altronde la Prestigiacomo è un’intuizione del Cav., che aveva trovato una sponda in Salvini finché Meloni ha rimesso tutto in discussione.
C’è anche chi utilizza la filosofia, come il fidato Carmelo Briguglio, storico esponente della destra musumeciana: “Stiamo difendendo, con la leader di Roma in testa, non una persona, ma con lui un symbolum: la nostra storia, un’idea della nostra terra, un patrimonio etico, un modello di personale onestà, un impareggiabile fatturato di cose fatte per i siciliani. Stiamo difendendo la bellezza della Politica. Il Sacro del governare gli uomini. Stiamo difendendo ciò che è giusto. Stiamo difendendo noi stessi. Con la Ragione, contro chi la ragione l’ha persa”. Mentre nei post della Meloni si insinua qualcuno degli stampellisti di Attiva Sicilia. Come Sergio Tancredi, che fino a metà della legislatura conduceva la battaglia dai banchi del Movimento 5 Stelle: “Il lavoro svolto dal presidente è sotto gli occhi di tutti… Solo chi è in malafede può negare il nuovo corso iniziato dalla Regione siciliana”.
Sono tutti lì ad invocarlo. Pronti a sacrificare l’unità del centrodestra per un ultimo giro di valzer (meglio se da solo). Non si fermano davanti a nulla. Vuoi vedere che lo convincono all’ennesima piroetta?