Dal giorno della vittoria di Caterina Chinnici, il ‘campo largo’ siciliano ha un altro problema: capire chi ne fa parte. Il segretario del Pd, Anthony Barbagallo, rivendica il patto che ha portato alle urne 43 mila siciliani: “Se il M5S dovesse rompere l’alleanza con il Pd – ha detto all’Adnkronos -, io lo considererei alto tradimento. Non ci sono altre parole. Non giochiamo mica al Gioco dell’oca. Abbiamo fatto un percorso alla luce del sole e non vedo perché non debba essere rispettato…”. Il motivo l’aveva spiegato il capo politico dei 5 Stelle, Giuseppe Conte, accogliendo il risultato delle primarie: “Per noi quello che succede a Roma succede a Palermo”, disse una settimana fa.
Da quel momento lo scenario è soltanto peggiorato. La Chinnici si ritrova a capo di un esercito che non conosce. Mentre a Roma Pd e 5 Stelle hanno rotto una volta per tutte, com’è emerso dalle parole di Enrico Letta dopo lo strappo sulla fiducia che ha portato alle dimissioni di Draghi: “Il percorso comune col M5s si è interrotto il 20 luglio e non può riprendere, è stato un punto di non ritorno”. Anche se è prevista qualche eccezione. Come richiesto dall’ex Ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, la direzione nazionale del Pd ha acconsentito a proteggere le alleanze già in essere nelle città e, come nel caso della Sicilia, alla Regione. Ai Cinque Stelle, però, quest’accordicchio non va giù: “Se la strategia di Letta è quella di consegnare il Paese alla Meloni, la ricetta del M5S in Sicilia è sicuramente quella di lavorare per non riconsegnarla a Musumeci. Il Pd decida con chiarezza da che parte vuole stare”, ha insistito Nuccio Di Paola.
Ma in questo clima da pistole fumanti, nessuno ha voglia di fare il primo passo. Forse, per il timore di sbagliare direzione. Tanto più Giuseppe Conte, che continua a inanellare gaffe. Intervistato dal sito Tpi, alla domanda “è irrecuperabile la situazione con i dem?”, l’Avvocato ha risposto “un dialogo col Pd non lo escludiamo. Ci saranno le premesse solo se il Pd vorrà schierarsi convintamente a favore dei più deboli, del lavoro, dei più giovani, delle donne”. A tal proposito, però, i Cinque Stelle hanno subito rettificato il messaggio. “Questa riposta – si legge nella nota – non è in alcun modo da intendersi come una riapertura alla possibilità di una alleanza con il Pd in questa campagna elettorale. Conte ha voluto semplicemente chiarire che in prospettiva futura ci potranno essere le premesse per un dialogo solo se il Pd abbandonerà l’agenda Draghi e sposerà un’agenda autenticamente sociale ed ecologica”.
Intanto in Sicilia continuano a ribalzare le voci più disparate. Cancelleri ha chiuso a un’ipotesi di accordo col Pd, mentre Barbagallo continua a ribadire che “alla base dell’alleanza c’è una ‘obbligazione politica’, che prevede l’appoggio del vincitore. Non stiamo mica giocando. I siciliani hanno scelto, e noi pretendiamo che Caterina Chinnici venga sostenuta anche dal M5S”. E aggiunge: “Una cosa sono le Politiche e un’altra cosa è quello che accade sui territori. Allora che facciamo: a Napoli azzeriamo la giunta o a Termini Imerese buttiamo fuori gli assessori? E’ un discorso senza senso”.