E’ andato in scena domenica, a Villa Trabia, il primo confronto fra i candidati alle primarie del campo progressista. Claudio Fava, Caterina Chinnici e Barbara Floridia hanno affrontato il tema della trasparenza, dell’antimafia e della lotta alla corruzione. Fava ha commentato la sentenza d’appello del processo Montante, che ha portato alla riduzione di pena (da 14 a 8 anni) per l’ex leader di Sicindustria: “Non possiamo far finta che il problema sia solo Montante. Montante ha costruito un sistema, un governo parallelo che ha guidato scelte fondamentali durante la gestione dell’esecutivo Crocetta. La cosa grave – ha detto il leader dei Cento Passi – è che questo racconto fosse noto a tutti. Abbiamo lasciato che quel sistema di potere rimanesse intatto. Ci sono carriere nell’amministrazione che sono state costruite all’ombra di Montante. Credo che questo sia un tema che continuerà a interrogarci ancora per molto tempo”.
Anche la Chinnici ha rivolto un rimprovero al governo Crocetta, protagonista di quella stagione e spalla di un ‘governo parallelo’ che condizionava le scelte della politica, fino a sostituirsi ad essa: “C’è stata un’epoca in cui bastava sbandierare essere antimafia per trovare consensi – ha detto l’europarlamentare -. Poi forse ci siamo resi conto che non era sufficiente. E quando io sono andata via, poco prima della fine del governo Lombardo, il governo che è subentrato, la legge in materia di semplificazione e trasparenza della burocrazia che io avevo fatto l’ha lasciata in un cassetto”.
Un po’ più timida la Floridia, che oltre a parlare di dispersione scolastica e difendere il reddito di cittadinanza per “aver tolto manovalanza alla mafia”, si è concentrata sul tema della trasparenza. Con una proposta specifica: “I giornalisti devono assistere alla sedute d’aula del Parlamento siciliano. La stampa deve avere postazioni fisse dentro sala d’Ercole. I cittadini hanno diritto di sapere tutto quello che succede e non solo quello che inquadrano le telecamere. Lo si deve fare in omaggio alla trasparenza, una battaglia che il M5S ha portato avanti sin da quando è entrato nelle istituzioni siciliane”.
Da parte della Chinnici è arrivato un chiarimento anche sul proprio rapporto col Pd: “Non sono iscritta al PD, sono una magistrata in aspettativa. Mi sento di dire che non sono una estranea nel PD. Che il PD non mi deve percepire e non mi percepisce come tale. I valori del PD sono quelli in cui credo e che porto avanti nel mio lavoro al Parlamento europeo e chi hanno spinto ad accettare la candidatura. Certo – ha aggiunto – non sono un politico e credo che si capisca anche dal modo in cui parlo, un modo non tipico del politico. Però ho avuto la spinta ad accettare perché posso fare qualcosa per la mia terra”. Anche la Floridia ha rifiutato la definizione di papessa straniera: “Io potrò essere straniera ed estranea a tante cose ma non alla Sicilia. Questa è la mia terra. Io sono stata formata e qui ho lavorato. Forse la scelta sul mio nome è stata presa per l’esperienza già tenuta all’interno di un governo di coalizione. Si fa un gran parlare di presenza in politica di giovani e di donne, con me – ha concluso Floridia – la Sicilia ha la possibilità di scegliere per la carica di Presidente della Regione che è contemporaneamente giovane e donna”.
Fava è parso il più concreto: “Questa terra merita non solo di essere raccontata ma di essere cambiata, per questo motivo ho deciso di non correre da solo, ma di correre in questo percorso comune. Voglio raccontare la storia di tanti, persino di quelli che cinque anni fa si sono affidati al fascista per bene e che si sono resi conto che fascista lo era, e persino per bene, ma forse si sono resi conto che è solo questo. Prima che questa gente si rifugi nell’astensione voglio offrire loro un’altra possibilità”.