Una fanfaronata? Una boiata pazzesca? Una scemenza? Scegliete voi la definizione più appropriata. Ma prima leggete la cronaca di ciò che ha apparecchiato domenica sera, per La7, l’intrepido Massimo Giletti, il conduttore che ogni settimana cerca di stupirci con le sue piroette e con i suoi funambolismi. Tutto, tranne i fatti. Giletti – povero giornalismo – ha raggiunto vette inestimabili di ridicolaggine. Ha aperto con una brodosa intervista a Massimo Cacciari, filosofo da talk-show: avrebbe potuta farla da Roma, comodamente seduto in studio. Poi ha cercato di collegarsi via Skype con la portavoce del ministro degli esteri Lavrov – anche questo si poteva fare benissimo da Roma – ma nonostante le genuflessioni la signora del Cremlino non ha risparmiato le torte in faccia a lui e all’Italia. Ha trasformato l’immane tragedia della guerra in una macchietta.