Cominciamo con le lodi. E cominciamo col dire, da uomini liberi, che non finiremo mai di ringraziare Repubblica, edizione di Palermo, per la campagna di civiltà avviata in questo agosto di fuoco e tempeste contro il razzismo che Matteo Salvini alimenta ogni giorno con il suo sovranismo e con la sua propaganda violenta contro i migranti. Una battaglia di civiltà, quella di Repubblica. Ed è forse per questo che oggi stonava leggere su quelle stesse pagine un titolo che – inavvertitamente, per carità – assegnava la patente di “società civile” a una decina di esponenti politici di terza o addirittura quarta fila che hanno deciso di cambiare casacca per saltare in fretta e furia sul carro della Lega. Cioè sul carro del leader razzista. Un tempo – vale la pena ricordarlo – veniva definita “società civile” quella che, con coraggio, si schierava contro la mafia e altre violenze.