Adesso che anche Montalbano si è pentito davvero c’è il rischio che Matteo Salvini finisca per essere processato. Più contundente del codice di Luigi Patronaggio, il procuratore di Agrigento che ha indagato il ministro degli Interni, è infatti la “tumpulata” (per rimanere in lingua Camilleri) che Michele Riondino, ha sferrato dalla Serenissima Venezia. L’attore, a cui spetta il compito di presentare la mostra del cinema, ai giornalisti ha fatto sapere di essere contento “di non incontrare il ministro Salvini né altri rappresentanti del cosiddetto governo del cambiamento. Salvini non mi rappresenta e non rappresenta la maggioranza di quelli che hanno votato 5 Stelle. E lo dico da elettore dei 5 Stelle. Chi ha votato 5 Stelle non si sarebbe mai messo con la Lega”. Riondino che non è il Montalbano saggio – che infatti per anagrafe sta a sinistra ed è fratello di Nicola Zingaretti, il governatore del Lazio – si è pentito ed è passato dalla parte degli infedeli.
Dopo aver votato, come tanti altri attori il M5S, adesso è disgustato dall’alleato di governo. Insomma, non gli piacciono le decisioni scritte a quattro mani dalla coppia Salvini-Di Maio. Anche nei romanzi di Camilleri, il nostro commissario si fa sedurre facilmente, cade nelle trappole, ma sempre dalle donne e mai dagli arruffapopolo. Mai Montalbano può venire meno, da nuotatore, alle leggi del mare e all’umanità. Broccoli e sarde sono piatti della accoglienza povera ma essenziale. Dunque è bellissimo sapere che questo governo abbia fatto avere una crisi di coscienza al nostro beniamino, che lo sdoppiamento d’attore abbia provocato urne separate e infatuazioni differenti.
Luca (Zingaretti) è infatti di sinistra con solida militanza, Michele (Riondino) che è più giovane e che ha bisogno di completare la sua educazione cinematografica e sentimentale, è invece populista ma pentito. Ecco, anche al vecchio Andrea (Camilleri) farà sicuramente piacere sapere che il Montalbano giovane sia maturato. Pensate che splendido episodio sarebbe, “i turbamenti del giovane Montalbano” o, come un Maigret, “Montalbano esita”.
Insomma, la realtà ha regalato allo scrittore un altro spunto di romanzo. Riondino invece (che bravo lo è sempre stato al punto da insidiare Zingaretti) siamo sicuri che verrà promosso da vice Montalbano a Montalbano. È giusto che i giovani abbiano sbandamenti. Salvini insomma faccia attenzione. I guai possono arrivare da Agrigento ma non per mano di Patronaggio ma per mano del più amato funzionario dello Stato. Sarà una dura lotta a colpi di “Nessuno tocchi Salvini” e “Nessuno metta in discussione le indagini di Montalbano”. Stia attento il ministro. Patronaggio ha la legge ma Montalbano ha pur sempre la stessa arma di Salvini. Il consenso.