Per quattro anni abbiamo tenuto il punto. E per quattro anni abbiamo mantenuto la promessa di fornire ogni giorno al lettore una ricostruzione irriverente dei giochi di potere. Senza soggezioni, senza sudditanze, senza paraculismi. Ma ora l’aria si è fatta irrespirabile. Altro che libertà di stampa. Altro che civile confronto delle idee. Dalla Regione è partito l’ordine di annientarci. Il plotone di esecuzione, manco a dirlo, è comandato dal Bullo, il quale non perde occasione per intimidire i nostri collaboratori, per minacciare i nostri inserzionisti, per ordinare all’Irfis – roba sua – di escluderci dai benefici previsti dalla legge per l’editoria. Un abuso di potere. Di fronte al quale non abbiamo altra difesa se non quella di affidarci agli strumenti garantiti dallo stato di diritto. Ci sarà un giudice a Berlino. Noi, con le carte in mano, lo cercheremo.