Uno sguardo sulla memoria, un occhio che guarda alla storia della morte dei 2.000 ebrei nella città di Chelm, in Polonia, prima di Auschwitz. Una delle foto della mostra “Universi silenziosi” della fotografa Arianna Di Romano a Palazzo Branciforte visitabile fino a domenica 19 giugno racconta di due uomini in divisa con una corona di fiori tra le mani nel giorno della prima “Marcia della morte” nella cittadina polacca in memoria delle vittime dell’olocausto silenzioso.
Era inverno. Dicembre 2019. Pochi mesi prima dell’evento in Polonia che avrebbe riunito i parenti delle 2.000 vittime dello sterminio, la fotografa viene invitata da due amici israeliani di Tel Aviv, organizzatori dell’iniziativa, a recarsi sul posto per documentare il ricordo di quel triste evento di cui non si parla nei libri di storia.
Accanto ai nipoti dei defunti giunti da New York, dall’Argentina e dal Brasile, accanto alle Istituzioni l’ultima testimone dell’olocausto sopravvissuta all’età di tre anni con la famiglia grazie alla fuga. Di quel periodo usato dai nazisti come banco di prova resistono fedi nuziali, denti e oggetti personali, testimonianze vivide, i risultati di archeologi e antropologi che hanno indagato su quel periodo. Arrivati al cimitero ebraico, un rabbino intona dei canti. Era dicembre 2019. La Marcia su Chelm nelle foto di Arianna il prossimo 30 luglio sarà esposta in Sicilia e poi a Gerusalemme. Per non dimenticare.
Con uno sguardo al confine ucraino, nella Regione Moldava, tra gli scatti della fotografa ce ne sono un paio che ritraggono la quotidianità delle monache dei monasteri ortodossi femminili. Ritornando a Carbonia, in Sardegna, dov’è nata la sua amicizia con i “signori Rom”, a pochi chilometri da Domusnovas, dove il padre gestiva una concessionaria di automobili, è qui che parte il suo progetto con i Rom che arriverà in Serbia, in Bosnia e nel sud della Francia, a Sainte Marie de la Mer, per fotografare la tradizionale festa di “Santa Sara” o “Sara la nera”, patrona dei gitani. Nella città francese ogni 24 maggio centinaia di rom da tutto il mondo si riuniscono per celebrare la patrona in una festa che dura per giorni.
Luoghi del cuore e della memoria. Uno scatto di “Universi silenziosi” raccoglie quel lato di umanità negli anziani che applaudono un’ex cantante dell’operetta dopo aver danzato con una suora all’interno di una casa di riposo a Caltanissetta, in quello che 30 anni prima fu l’Hotel Villa Mazzone dove Arianna si reca all’età di 6-7 anni.
Novità assoluta della mostra è il colore voluto per il 10% dal curatore Gabriele Accornero. Non solo l’anima dei volti ma anche dei luoghi. Intensi e vivaci come gli scorci dell’Asia con i pescatori nei fiumi dei villaggi o la città imperiale del Vietnam. Stimata da Steve McCurry, l’artista ha esposto e donato le sue foto per i progetti benefici “Arte per la vita” insieme ai colleghi Oliviero Toscani, lo stesso McCurry, Alex Majoli e Paolo Pellegrin, Fabio Sgroi, Matteo Basilè, Giuliana Cuneaz e Stefano Venturini. Per il progetto “Scuola in Madagascar” che ha visto coinvolto il principe Emanuele Filiberto.