Se il Balilla fosse stato eletto democraticamente, come gli altri deputati, dovrebbe rendere conto delle sue scorribande. Invece è stato messo lì da una cricca di faccette nere e crede di avere licenza su tutto, anche di usare un linguaggio postribolare. Se il Bullo avesse un elettorato di riferimento non utilizzerebbe la Regione come una vandea: avrebbe un po’ di rossore. Invece è stato portato lì, a Palazzo d’Orleans, dalle logge e dalle lobby che non gli chiedono né rigore né trasparenza. Solo affari. Lo stesso vale per il Corazziere: non dispone di un solo voto, ma si arroga persino il diritto di spadroneggiare in terra di Santa Romana Chiesa. Penso, per contrappeso, a Roberto Lagalla. Lui ha lasciato l’assessorato e si è buttato nella mischia. Il Balilla, il Bullo e il Corazziere troveranno mai il coraggio di confrontarsi con il cosiddetto popolo sovrano?