Nel mirino di Fava sono finite le assunzioni di Ast che, in assenza di regolari procedure concorsuali, vengono gestite attraverso del lavoro interinale. E’ il business principale di Fiduccia, il direttore generale della partecipata (finito ai domiciliari), che in un’intercettazione se ne lamenta: “Qua purtroppo la cosa è scappata di mano, c’è un macello… Non sanno più dove metterli, andare a spendere un bordello, noi già paghiamo 500 mila euro al mese per questi interinali, non è che si rendono conto… io non è che sono il padrone, questo è un discorso politico”. Fava pretende “di sapere se il governo della regione stia monitorando l’azione delle altre società partecipate per scongiurare casi analoghi e per abolire definitivamente l’utilizzo criminogeno delle agenzie interinali al posto di procedure concorsuali pubbliche. Quanto all’immagine e ai fatti che quelle intercettazioni ci restituiscono, una volta di più siamo convinti che in Sicilia occorra una bonifica morale profonda che non può essere delegata al lavoro della magistratura. Un ceto politico, qualunque sia la sua collocazione politica, ripiegato solo sulla ricerca del consenso è una zavorra della quale i siciliani si devono liberare. Prima che sia troppo tardi”.