Associazione di tipo mafioso, estorsione, scambio elettorale politico-mafioso. Sono alcuni dei capi d’accusa che questa mattina hanno dato vita a un blitz della Procura distrettuale Antimafia nei confronti del clan mafioso dei barcellonesi, nel Messinese: 86 persone sono state raggiunte da un’ordinanza di custodia cautelare, 53 sono finite in carcere. Una figura di spicco è quella di Mariano Foti: l’uomo risulta indagato con Mariano Calderone e Fortunato Caranna di voto di scambio politico-mafioso (416 ter): avrebbe promesso di “procurare voti per la lista di Diventerà Bellissima Barcellona Pozzo di Gotto” alle ultime elezioni Comunali in cambio di “una sistemazione lavorativa per Salvatore Foti, figlio di Mariano, e altri soggetti riferibili” a lui.

Il giorno di San Lorenzo di due anni fa, Foti, ristretto ai domiciliari, finisce nella rete delle microspie dei carabinieri. A solleticare la sua attenzione è la notizia che Mariano Calderone avrebbe avuto legami con la segreteria politica del deputato regionale di Diventerà Bellissima, Pino Galluzzo (non indagato). Foti, conversando di politica, evidenzia che nel passato sarebbe riuscito a favorire “l’elezione di alcuni candidati riuscendo a procurare, in una occasione, – scrive il gip – un appoggio elettorale, quantificato nell’ordine di ottocento voti”. E’ nel corso di questa conversazione, come scrive Live Sicilia, che Mariano Foti esterna la necessità di trovare una sistemazione lavorativa per il figlio Salvatore nel settore dei rifiuti. Calderone, a quel punto, lo avrebbe invitato ad attendere l’esito delle elezioni, dando la propria disponibilità ad intercedere con chi avrebbe potuto ‘avallare’ l’assunzione del figlio.

Un mese dopo avviene l’incontro in cui Calderone, accompagnato dall’imprenditore dei supermercati Fortunato Caranna – entrano in scena gli alimentari al posto dei rifiuti – avrebbe chiesto apertamente il sostegno a Mariano Foti per la liste di Diventerà Bellissima. Scrive il gip: «I due si sono rivolti al mafioso in quanto timorosi di una possibile sconfitta alle elezioni e nella consapevolezza di potere ottenere una “spintarella” grazie alla forza di intimidazione e al controllo del territorio che l’associazione mafiosa dei barcellonesi – del quale Foti è storico esponente – era in grado di esprimere».

Mariano Foti avrebbe sostenuto il candidato della lista “Diventerà Bellissima”, Carmelo Caliri, in cambio della sistemazione lavorativa del figlio Salvatore, poi ottenuta attraverso un terzo soggetto, Mariano Calderone. La lista sarebbe stata appoggiata anche da altri due mafiosi: Cannello Foti e Rosario De Pasquale. I due parlavano della candidata Domenica Milone (che ebbe 141 voti). «Per curiosità, come siete combinato a voti voi? ve ne rompono cogl… ora?», diceva De Pasquale. «Compare ho una figlioccia, parlando qui tra me e voi», rispondeva Foti. «A posto lo so! la figlia di Angelino», la risposta del primo. Dalle intercettazioni emerge il supporto dato sempre da De Pasquale a Giampiero La Rosa, candidato nella lista «Diventerà Bellissima» ed eletto consigliere comunale con 347 voti di preferenza. Contattato dal padre del candidato, che gli domandava se era troppo tardi per chiedere voti per il figlio, De Pasquale rispondeva «no, non è tardi, tu già nel mio cuore eri, non c’è bisogno che me ne cerchi. Ma io ti dico dov’è che voto a te Nello, perché io ti rispetto…(..) ah! non c’è problema, puoi venire l’ultimo giorno da me, puoi stare sicuro».

Sulla vicenda è intervenuto Giosué Giardina, coordinatore provinciale di Diventerà Bellissima a Messina. “Si esprime soddisfazione per l’operazione antimafia effettuata dai carabinieri a Messina. Riguardo alla ipotesi di scambio elettorale in favore di un candidato non eletto della lista Diventerà Bellissima per le elezioni amministrative di Barcellona P.G., si precisa che il candidato non è indagato ed è stato selezionato rigorosamente secondo i criteri del movimento e secondo il protocollo varato dalla commissione antimafia, mentre l’indagato addetto alla segreteria di Barcellona ha cessato le mansioni sin dal 26 marzo 2021. Il Movimento si ritiene parte lesa per le condotte individuali che possano a questo arrecare qualunque pregiudizio”.

“Sull’operazione contro le cosche di Barcellona Pozzo di Gotto il presidente Musumeci non ha niente da dire?”. Se lo domanda il presidente della Commissione antimafia Claudio Fava. “Ci saremmo aspettati – continua – parole nette e forti che al momento non sono arrivate. Non ne siamo stupiti”.