La candidatura di Gianfranco Micciché alla presidenza della Regione siciliana continua a provocare reazioni nel centrodestra. E non solo. A complimentarsi col commissario regionale di Forza Italia è anche il leader dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone, che è anche candidato a sindaco di Palermo: “Gianfranco Micciché sta dimostrando di avere coraggio – ha detto Faraone -. E’ tempo di passare dalle chiacchiere ai fatti: chi parla di campo largo e di ‘modello Draghi’ deve avere gli attributi per attuarli. Gianfranco sta dimostrando di averli. Altri – aggiunge Faraone – dovrebbero fare altrettanto anziché stare sempre sottotraccia. Palermo prima e la Sicilia dopo possono rappresentare un ottimo inizio”.
Apertura anche da parte di Totò Cuffaro, attuale segretario regionale della Democrazia Cristiana: “Miccichè e Forza Italia hanno tutto il diritto di proporre la candidatura alla Presidenza – spiega l’ex governatore a Live Sicilia -. Sino a tre giorni fa Micciché mi aveva parlato della candidatura del fratello. Credo ci sia bisogno di ragionare tutto insieme. Divisi si perde”. A proposito della debolezza di Musumeci, Cuffaro conferma che “le liti e le incomprensioni certamente logorano, le fughe in avanti non aiutano la ricomposizione e indeboliscono la coalizione. Mi pare di vivere una politica sull’Iperuranio sarebbe bello che la politica tornasse sulla Terra”.
Saverio Romano, leader del Cantiere Popolare mai tenero con Micciché, invece analizza la sua contrapposizione a Fratelli d’Italia, che sarebbe esclusa da un ipotetico modello Metsola (la presidente del parlamento europeo, ndr) citato da Micciché in una recente intervista: “Questa volta – riflette Romano – il beneficiato sembra essere Salvini ed il fondo della classifica lo guadagna la Meloni. Quest’ultima non può partecipare alla sua fantomatica coalizione “Metsola” perché non l’ha votata e poi perché è sovranista. Sic! Ora mi compete un ufficio ingrato, difendere Meloni. Non perché ne condivida la sua proposta politica ma perché a differenza di Salvini che va insieme alla Le Pen in Europa, ha scelto di stare con i conservatori e poi perché i sovranisti (de che’) sono al governo con Forza Italia ed il centrodestra in Sicilia, Calabria, Lombardia, Piemonte, Veneto, Umbria, Liguria, Trentino Alto Adige, Marche, Sardegna, Abruzzo, Molise, Basilicata e Friuli Venezia Giulia”.