Stretto nella morsa dei partiti, ch’erano stati colti di sorpresa dalla diretta Facebook e si erano adirati per i propositi di azzeramento della giunta, Nello Musumeci ha dovuto rimangiarsi tutto. E preso dalla brama di rimanere a palazzo d’Orleans, e di ingraziarsi i segretari regionali, ha smentito se stesso nell’arco di pochi giorni: “Non so di quale crisi si stia parlando – ha risposto durante una conferenza stampa sui beni culturali, convocata da remoto -, la crisi in una coalizione c’è quando una forza politica la dichiara. Non mi risulta che una sola forza politica lo abbia fatto”.
E’ stato lui a farlo, anche se adesso ridimensiona l’accaduto: “C’è stato – spiega Musumeci – un voto anomalo in aula (grandi elettori del Capo dello Stato) col voto segreto. Il voto anomalo mi impone la necessità di aprire una verifica, non una crisi: ho detto agli assessori o siete voi i non graditi o sono io. Non c’è stata un’ora di crisi, ieri abbiamo riunito la giunta, oggi pure. Io avevo detto che ci sarebbe stato un azzeramento della giunta come occasione per dire ai partiti se c’è un problema di assessori ditemelo, quali bisogna sostituire o comunque parliamone”.
Musumeci aveva proposto agli assessori di firmare le dimissioni in bianco e di congelarle fino all’esito delle consultazioni coi leader. Scaricando – senza un motivo – lo smacco personale sulla propria giunta. Un atteggiamento che non è piaciuto a nessuno dei partiti: sia la Lega che Forza Italia, pubblicamente, avevano negato qualsiasi interesse ad azzerare tutto. E non hanno alcuna intenzione, in questa fase, di fornire assist al governatore, il cui vero scopo è coinvolgerli e mettere sul piatto la propria ricandidatura a palazzo d’Orleans. Lo stato confusionale del presidente della Regione, in effetti, potrebbe contenere un’ottima dose di strategia. Ma il vero obiettivo, ora dopo ora, si allontana.
Anche il segretario nazionale del Pd, Enrico Letta, ha liquidato la sua stagione di governo: “Ciò che è avvenuto con i grandi elettori è la dimostrazione del fatto che la vicenda Musumeci è arrivata politicamente al capolinea – ha detto nel corso di un intervento radiofonico -. Vogliamo costruire una alternativa vincente. Noi ci siamo”.